Fabriano / Beko e Fedrigoni: «La politica regionale non può restare immobile»

Fabriano – Ritiro del piano industriale: questa per Maurizio Mangialardi l’unica via possibile di confronto tra Beko, istituzioni e sindacati. «Se a stretto giro ciò non dovesse avvenire – incalza l’esponente Dem, vicepresidente dell’assemblea legislativa delle Marche – il governo Meloni ha il dovere morale di esercitare subito quella Golden Power che permetterebbe di porre il veto all’adozione di delibere societarie e l’imposizione di specifiche prescrizioni e condizioni all’azienda». (QDM Notizie)

Ne parlano anche altri giornali

“Qui inizia una lotta che ci coinvolge tutti, Questa non è un’azienda, questa è la Toscana”. (Toscana Notizie)

Leggi tutta la notizia (Virgilio)

La partecipazione del presidente a fianco dei lavoratori arriva dopo che Beko Europe ha presentato ieri al ministero delle Imprese un piano industriale con circa 2 mila licenziamenti in Italia, di cui ben 299 afferenti allo stabilimento senese destinato alla chiusura. (Toscana Notizie)

Beko fa tremare la Piazza: "Noi vogliamo lavorare. Questo è il nostro sogno"

I turchi della Beko mettono in sequenza cifre che sono croci piantate sul terreno dell’occupazione: a Comunanza, entroterra profondo dell’ascolano, si prospetta la chiusura della fabbrica di lavatrici e lavasciuga, una partita di razionalizzazione industriale giocata sulla pelle di 320 dipendenti, soprattutto tute blu, con la spina nel fianco dell’indotto che potrebbe generare altre 2.000 vittime di quei tagli. (corriereadriatico.it)

"Il piano va assolutamente ritirato. preoccupazione e anche momenti di tensione ieri mattina durante le assemblee dei lavoratori a Melano e nella sede impiegatizia di Fabriano. (il Resto del Carlino)

I vertici della multinazionale turca - che ad aprile scorso avevano rilevato Whirlpool - hanno annunciato mercoledì, nel tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, un piano industriale che prevede 1935 esuberi a livello nazionale, tra i quali rientrano i 299 lavoratori dello stabilimento di Siena, destinato a interrompere la produzione e chiudere i battenti a fine 2025. (LA NAZIONE)