Olimpiadi Parigi 2024, il primo coach di Jacobs: «Centrando finale Marcell ha scritto storia»

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Esplode la festa a Desenzano del Garda per l’accesso di Marcell Jacobs alla finale dei 100 metri a Parigi 2024. “È fatta, Marcellino c’è e adesso lo aspettiamo in finale: vediamo se ci fa una sorpresa. La storia dell’atletica italiana ci dice che nessuno prima di lui aveva centrato due finali olimpiche dei 100 metri consecutive. Ha fatto qualcosa di storico, è lì e ora ce la giochiamo”, dice a LaPresse Adriano Bertazzi, primo allenatore del campione olimpico in carica. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

È una finale magnifica, equilibrata, risolta soltanto al fotofinish nei 100 metri alle Olimpiadi di Parigi. Esce a testa alta Marcell Jacobs, quinto in 9.85 (+1.0) a quattro centesimi dalla medaglia di bronzo. (Fidal)

Quinto posto per Macell Jacobs nella finalissima dei 100 metri alle Olimpiadi di Parigi. Nell’ultima gara della giornata il velocista italiano, campione in carica e qualificato alla finale dopo essere rientrato tra i migliori terzi, ha messo in scena una grande prova e tagliando il traguardo in 9.85. (varesenews.it)

Marcell Jacobs ha dato l’anima, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, ci ha creduto con tutto se stesso, ha provato ancora una volta a regalare un sogno a una Nazione intera nella gara regina, quella che richiama l’attenzione in ogni angolo del mondo e che rievoca l’ancestrale per eccellenza, quella che incorona l’uomo più veloce del Pianeta. (OA Sport)

L'oro è andato allo statunitense Noah Lyles in 9"79 davanti al giamaicano Kishane Thompson (stesso tempo) e al connazionale Fred Kerley (9"81). (La Nuova Sardegna)

Ma non basta per andare oltre il quinto posto e difendere il titolo olimpico dei 100 in una finale in cui tutti hanno corso tra i 9’’79 e i 9’’91. PARIGI – Una finale di giganti, in cui anche Marcell Jacobs è tornato gigante: 9’’85, il miglior tempo dalle Olimpiadi di Tokyo. (la Repubblica)

Vince l'americano sul filo di lana battendo il talento giamaicano e il connazionale Kerley (il Giornale)