Erdogan si scopre: «L’obiettivo è la Damasco»

Recep Tayyip Erdogan, grande architetto dell’attacco dei jihadisti sunniti in Siria, ieri è uscito allo scoperto proclamando il suo pieno sostegno all’offensiva che in una settimana ha preso Aleppo e Hama e che presto potrebbe conquistare anche Homs. «Dopo Idlib, Hama e Homs l’obiettivo sarà Damasco. La marcia delle forze di opposizione va avanti. Speriamo che continui senza problemi», si è augurato presidente turco, parlando con i giornalisti a Istanbul (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altre testate

Altrettanto evidente è che la calata dal Nord di jihadisti e milizie filo-turche è stata troppo ben organizzata (basta pensare al tempismo dell’attacco), informata (sulla reale combattività dell’esercito siriano quando non appoggiato dai russi) e armata (divise nuove, armi lucide e così via) per non avere ispiratori e strateghi esterni alla Siria. (L'Eco di Bergamo)

Ora che il governo di transizione di Mohammad al-Bashir, vicino al gruppo (Inside Over)

Ankara ha infine vinto la guerra di Siria. La caduta di Damasco segna l’avvento del “secolo della Turchia”. Trionfalismo avvalorato dall’inedito basso profilo tenuto dai vertici repubblicani mentre le milizie, addestrate e indottrinate dai servizi segreti e dalle Forze armate turche, avanzavano verso la capitale omayyade. (Limes)

Così il sultano Erdogan si prende la Siria "libera"

Nella sua video rubrica, «Oriente Occidente», Federico Rampini commenta la caduta del regime di Bashar al-Assad, in Siria, «un evento nella storia del Medio Oriente tra i più importanti dal 1948 ad oggi». (Corriere TV)

La Turchia è pronta a fornire aiuti militari alle nuove autorità siriane. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Ankara, Yasar Guler, citato dai media turchi. (Tuttosport)

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bashir riconosce di aver ereditato "un'amministrazione elefantiaca, tormentata dalla corruzione. Il Governo di sicurezza nazionale appena insediato in Siria, quello in mano ai ribelli guidati da Abu Muhammad Jolani, vivrà un periodo di transizione turbolento. (Today.it)