Con il nuovo Reddito 850 mila famiglie ancora più povere
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ROMA – L’abolizione del Reddito di cittadinanza, voluta dal governo Meloni, ha penalizzato 850 mila famiglie con una perdita media di oltre 2.600 euro nel 2024, «quasi esclusivamente a carico del quinto più povero», dice Istat nel suo Report sulla redistribuzione del reddito. Un taglio così pesante e drastico che la diseguaglianza in Italia, misurata dall’indice Gini, è aumentata l’anno scorso: d… (la Repubblica)
Ne parlano anche altri giornali
Le riforme del governo hanno permesso di incrementare il reddito di milioni di famiglie, ma hanno anche penalizzato i più poveri. (LA NOTIZIA)
“I dati Istat sulla povertà e sulla redistribuzione dei redditi certificano il cinismo del Governo, le cui politiche hanno causato l’aumento delle diseguaglianze nel Paese, come risulta dal peggioramento dell’indice di GINI e come la Cgil aveva denunciato negli scorsi mesi”. (Avanti Online)
Nel 2024 il governo di Giorgia Meloni ha introdotto diverse politiche redistributive come possono essere la riduzione degli scaglioni Irpef, l’introduzione dell’Assegno di inclusione al posto del reddito e pensione di cittadinanza, il bonus Natale per i lavoratori dipendenti e la prosecuzione dell’esonero contributivo parziale per i lavoratori dipendenti e totale per le lavoratrici madri. (Italia Oggi)

Alcune misure del governo non hanno giovato in termini di equità e redistribuzione, secondo l’Istat, altre invece sì (qui la nota integrale con le analisi sulle fasce di popolazione in base ai redditi). (Corriere della Sera)
“L’aspetto grave è che a stare peggio siano i più poveri e che non si sia ridotta la disuguaglianza malgrado tutte le misure messe in campo”. Chiara Saraceno, sociologa, è tra i maggiori esperti di politiche per la famiglia, disuguaglianze e povertà. (Il Fatto Quotidiano)
Queste misure hanno portato a un aumento di reddito per circa 21,5 milioni di famiglie, soprattutto quelle che avevano già un reddito medio-alto. L'anno scorso, l'azione economica del governo Meloni si è concentrata soprattutto su due punti: il taglio del cuneo fiscale, confermato per tutto l'anno alle condizioni di fine 2023, e la riforma dell'Irpef. (Fanpage.it)