Personale sanitario. Corte costituzionale dichiara illegittime norme Puglia che trasferiscono ad agenzia regionale le competenze Asl per reclutamento e gestione

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Scissione 5 Stelle

Personale sanitario. Corte costituzionale dichiara illegittime norme Puglia che trasferiscono ad agenzia regionale le competenze Asl per reclutamento e gestione Per i giudici è indispensabile che qualunque struttura aziendale privata o pubblica abbia una piena sfera decisionale in materia di scelta e di gestione del personale. Le disposizioni regionali impugnate, invece, hanno attribuito integralmente la gestione dei concorsi e del personale medico a un ente diverso dalle aziende sanitarie, quale è l’AReSS, né hanno previsto alcuna forma di coordinamento tra tale ente e le medesime aziende. (Quotidiano Sanità)

Se ne è parlato anche su altri media

Una tegola per la Regione che, ieri, si è vista bocciare parzialmente dalla Corte costituzionale la legge numero 16, approvata lo scorso marzo. I concorsi in materia di sanità non possono essere affidati ad un’agenzia strumentale non inserita nel sistema sanitario nazionale, tradotto l’Aress non può bandire e gestire i concorsi per l’assunzione di personale sanitario in Puglia (quotidianodipuglia.it)

Araneo e Verri ribadiscono con forza la necessità di un intervento immediato da parte del Consiglio regionale per prorogare la validità delle graduatorie degli idonei dei concorsi regionali Pubblicità (ivl24)

Lo ha stabilito la Consulta (sentenza n. (NT+ Enti Locali & Edilizia)

«I concorsi della sanità devono essere fatti dalle Asl». La Consulta boccia la norma pugliese che li affida all'Aress

Le consigliere affermano: Le consigliere regionali del Movimento 5 Stelle, Alessia Araneo e Viviana Verri, ribadiscono con forza la necessità di un intervento immediato da parte del Consiglio regionale per prorogare la validità delle graduatorie degli idonei dei concorsi regionali. (Potenza News )

L’Agenzia regionale per la sanità (Aress) non può gestire i concorsi e le assunzioni per conto delle Asl. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che con la sentenza 202 depositata ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di alcune disposizioni introdotte dall’articolo 2 della legge regionale pugliese numero 16 del 2024. (La Gazzetta del Mezzogiorno)