Israele e i suoi nemici. La guerra al culmine di decenni di predominio della forza (di R. Alcaro, IAI)

Israele sostiene di difendersi da nemici determinati a distruggerlo, da Hamas in Palestina a Hezbollah in Libano fino all’Iran. Non c’è dubbio che si tratti di nemici irriducibili. È altrettanto vero però che nel corso dei decenni Israele non ha mancato l’occasione per fomentare il radicalismo dei suoi avversari, marginalizzando le voci più pragmatiche. Israele ha così deliberatamente fuso autodifesa ed espansione nei territori palestinesi, senza che Usa ed Europa abbiano opposto alcun argine. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio commenta le durissime parole di Papa Francesco nella sua lettera indirizzata ai cattolici del Medio Oriente nel giorno dell’anniversario dell’attacco terroristico di Hamas in Israele e dell’inizio della carneficina a Gaza (“Un anno fa è divampata la miccia dell’odio; non si è spenta, ma è deflagrata in una spirale di violenza, nella vergognosa incapacità della comunità internazionale e dei Paesi più potenti di far tacere le armi e di mettere fine alla tragedia della guerra. (Il Fatto Quotidiano)

Sappiamo che l’Iran di Khamenei, cui vi abbiamo accennato in questi giorni, ha come obiettivo assoluto distruggere Israele, utilizzando i due bracci armati di Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza. Ucraina, Gaza, Libano (Quotidiano di Sicilia)

Il direttore di AD a Il Contesto: Israele senza freni, la Russia dilaga (Analisi Difesa)

Requiem per il diritto internazionale? “Un’impressione sbagliata”

Il fatto che ci si concentri ormai, nel dibattito pubblico, sulla proporzionalità della difesa, o della reazione, non solo da parte di Israele dopo la strage del 7 ottobre, è un segnale del crepuscolo del diritto internazionale. (ilmessaggero.it)

Eppure dovrebbe essere del tutto evidente come le due vicende non siano non dico uguali ma neppure lontanamente comparabili, perché nell’una e non nell’altra c’è stata una invasione non preceduta da una aggressione dello stato invaso. (Nicola Porro)

“Catturare ostaggi, commettere stupri, installare insediamenti o prendere intenzionalmente di mira i civili” non sono considerati operazioni militari e, in tal senso, non si può adoperare il criterio della proporzionalità per giudicarli. (RSI.ch Informazione)