Vajont, il disastro della diga 61 anni fa: la corrente elettrica che salta e le raffiche di vento. «Un eccidio premeditato»

Sono le 22.39 del 9 ottobre 1963 : una frana mostruosa, 270 milioni di metri cubi di roccia e terra, precipita dal monte Toc — siamo nel Cadore bellunese — nel bacino alpino formato dalla diga del Vajont, tra le più alte del mondo: nel cadere nell’invaso, la frana solleva un’onda che scavalca la diga e precipita nel fondovalle. Disastrose, le conseguenze: vengono cancellati cinque paesi, tra cui Longarone (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Questo contenuto audiovisivo è di proprietà esclusiva di Medianordest. È vietato l’utilizzo, la distribuzione, la riproduzione, o qualsiasi altra forma di elaborazione o condivisione del materiale senza previa autorizzazione scritta da parte di Medianordest. (Antenna Tre)

Oggi viene ricordata la strage del Vajont una delle più grandi tragedie che ha colpito l’Italia nel dopoguerra. (Rieti Life)

Il disastro del Vajont, che la sera del 9 ottobre 1963 provocò la morte di 1910 persone, di cui 487 bimbi e ragazzi tra Erto e Casso e Longarone, è una ferita che resta aperta, ricordata oggi con una cerimonia alla chiesetta della diga dalle istituzioni locali con al deposizione delle corone in memoria dei caduti. (Telefriuli)

Vajont, a Fortogna le comunità si stringono nel dolore a 61 anni di distanza dal disastro

Un anno, nel 2023, fa l’appello del presidente Sergio Mattarella sulla diga del Vajont, affinché gli atti del processo dell’Aquila rimanessero conservati nell’Archivio di Stato a Belluno. E il 9 ottobre 2024, in occasione del 61esimo anniversario della tragedia del Vajont, Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e sindaco di Longarone, annuncia: «La documentazione, che abbiamo digitalizzato per iniziativa della Fondazione, è a disposizione del pubblico». (Corriere Delle Alpi)

Francia – Orrore a Marsiglia dove la guerra del narcotraffico miete una vittima giovanissima. Il ragazzino era stato reclutato per la cifra di duemila euro da un uomo di 23 anni detenuto nel centro penitenziario di Luynes, vicino ad Aix-en-Provence, attraverso i social, con il compito di intimidire una gang concorrente. (Frosinone News)

«Come oggi, allora, era di mercoledì», ha ricordato Roberto Padrin nel suo discorso a tratti tradito dalla commozione. Il Cimitero monumentale di Fortogna ha accolto una cerimonia sobria ma molto partecipata: prima l’orazione civile dei sindaci di Longarone e Vajont, poi la messa celebrata dal vescovo di Belluno e Feltre. (Corriere Delle Alpi)