Il sindaco nega il "minuto di rumore", esplode il caso
Lunedì 11 novembre 2024, il liceo Tito Livio di Padova si è trovato al centro di una controversia che ha acceso il dibattito sulla memoria e la sensibilizzazione contro la violenza di genere. Gli studenti avevano proposto di commemorare Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio e ex studentessa dell'istituto, con un minuto di rumore. Tuttavia, il preside Luca ha scelto di percorrere una strada diversa, invitando al silenzio e alla riflessione intima. (La Voce di Rovigo)
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Come si può vedere dal video pubblicato sulla pagina Instagram del sindacato studentesco Udu Padova, sono moltissimi i ragazzi e le ragazze che hanno voluto partecipare alla commemorazione. "Non vogliamo dimenticare. (la Repubblica)
Il giovane sarebbe caduto dal terzo piano dell’immobile e, sebbene non si escluda alcuna ipotesi, le prime indicazioni investigative propenderebbero per un gesto volontario. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
«Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha subito significato un prima e un dopo, per noi impegnate 365 giorni l’anno nel contrasto alla violenza maschile contro le donne, un trauma collettivo a cui rispondere con ancora più forza e determinazione. (Vanity Fair Italia)
A 12 mesi dall'omicidio di Giulia Cecchettin, numerose persone hanno voluto lasciare un fiore o un piccolo pensiero sulla tomba della giovane studentessa 22enne uccisa dal suo ragazzo. Il video Ansa qui sopra. (iLMeteo.it)
Il preside, Luca , ha suscitato qualche polemica per la circolare in cui aveva invitato i ragazzi "a interiorizzare questo evento e a seguire la strada del silenzio, un silenzio rispettoso di Giulia, della sua famiglia, di quanti hanno sofferto la tragedia". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Anche gli studenti e le studentesse dell'università di Padova hanno voluto ricordare Giulia Cecchettin a un anno dalla sua morte con un minuto di rumore. Come si può vedere dal video pubblicato sulla pagina Instagram del sindacato studentesco Udu Padova, sono moltissimi i ragazzi e le ragazze che hanno voluto partecipare alla commemorazione. (La Stampa)