Morte di Larimar a Piazza Armerina, la famiglia non accetta il suicidio

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

La morte di Larimar Annaloro, la quindicenne trovata impiccata nel giardino della casa in cui viveva a Piazza Armerina, continua a sollevare numerosi interrogativi. Sebbene la Procura dei Minori di Caltanissetta abbia ipotizzato il suicidio, la famiglia della giovane non accetta questa versione e ha deciso di nominare un perito molto esperto per approfondire alcune analisi. Le indagini si concentrano su elementi controversi: il cavo elettrico utilizzato, le condizioni delle scarpe della ragazza e il possibile coinvolgimento di altri giovani.

Un'amica di Larimar ha raccontato ai microfoni de La Repubblica che la ragazza, trovata morta all'inizio di novembre, potrebbe essere stata vittima di un episodio di revenge porn. La giovane, descritta come amante della libertà, era spesso fraintesa dai suoi coetanei, che la accusavano di essere "troppo libera". Le parole scritte da Larimar in un tema di italiano, venti giorni prima di morire, riflettono il suo desiderio di abbattere gli stereotipi e di affermare la diversità.

La famiglia di Larimar, che non crede al suicidio, ha deciso di nominare un super perito per esaminare più a fondo le circostanze della morte. La Procura dei Minori di Caltanissetta, che indaga sul caso, ha aggiunto alla prima ipotesi di reato formulata, l'istigazione al suicidio, quella di diffusione di immagini illecite.