Tivoli, Villa d’Este riapre dopo oltre cinquant’anni di chiusura e due di restauro la sua Grotta di Diana

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Dopo oltre cinquant’anni di chiusura, riapre dal 6 maggio la Grotta di Diana di Villa d’Este a Tivoli. Il ninfeo è stato completamente restaurato con un intervento durato due anni grazie alla collaborazione tra l’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – Villae e la maison Fendi. Dopo oltre cinquant’anni di chiusura, la Grotta di Diana di Villa d’Este a Tivoli tornerà accessibile ai visitatori a partire dal 6 maggio. (Finestre sull'Arte)

Su altre fonti

Roma - Una gemma segreta, inaccessibile da quasi cinquant’anni, riapre al pubblico dopo un importante restauro: è la Grotta di Diana di Villa d’Este, a Tivoli, gioiello del Manierismo voluto da un cardinale colto e raffinato. (Arte.it)

Riaprirà in tutta la sua bellezza grazie alla sinergia tra l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este e la maison romana del lusso Fendi che, da tempo, investe nel recupero di beni storici e archeologici romani come il Tempio di Venere e Roma. (SiViaggia)

Realizzata tra il 1570 e il 1572 da un’ampia equipe di maestranze e collocata a ridosso del Palazzo di Ippolito d’Este, la Grotta di Diana - dopo la chiusura avvenuta probabilmente negli anni Ottanta del Novecento - torna ad essere parte viva all’interno della Villa, dopo un attento percorso di ricerca, restauro e valorizzazione iniziato nel 2023. (la Repubblica)

Il 6 maggio 2025 riapre a Villa d’Este la Grotta di Diana, dopo circa mezzo secolo di chiusura al pubblico e due anni di restauro. Realizzata tra il 1570 e il 1572 da un’ampia equipe di maestranze e collocata a ridosso del Palazzo di Ippolito d’Este, la Grotta di Diana – dopo la chiusura avvenuta probabilmente negli anni Ottanta del Novecento – torna ad essere parte viva all’interno della Villa, dopo un attento percorso di ricerca, restauro e valorizzazione iniziato nel 2023. (tiburno.tv)

Posta in un punto particolarmente suggestivo e panoramico di Villa d'Este, Patrimonio dell'Umanità Unesco dal 2001, la Grotta di Diana fu realizzata tra il 1570 e il 1572 da Paolo Calandrino su probabile ispirazione di Pirro Ligorio, l'architetto che progettò la Villa e il parco su incarico del cardinale ferrarese Ippolito II d'Este il quale, divenuto nel 1550 governatore della città laziale, desiderava una residenza adeguata al suo status. (Tgcom24)

Gli stucchi dipinti plasmano creature ispirate al mito che prendono le forme fantastiche di nereidi e tritoni in un rincorrersi continuo lungo le volte del soffitto. Le coreografie di conchiglie si intrecciano a filari di ametiste e perle di vetro per disegnare tappeti di mosaici che rivestono le pareti. (Il Messaggero)