Calenda “sdogana” Marini e tratta con Meloni

Carlo Calenda rompe il fronte comune delle opposizioni impegnate nel braccio di ferro per l’elezione del nuovo giudice della Corte Costituzionale e corre in soccorso della maggioranza. L’annuncio è arrivato ieri con un video pubblicato su Whatsapp: “La persona che vuole nominare la Meloni alla Consulta non è un pericoloso fascista, è un professore di diritto costituzionale che ha lavorato con la sinistra, con Zingaretti, e ha lavorato al premiato con la destra” esordisce Calenda, riferendosi a Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, padre della riforma del premierato. (LA NOTIZIA)

Se ne è parlato anche su altri media

"Il governo in questi mesi non ha avuto il coraggio di avanzare a Stellantis alcune richieste semplici e chiare. Nella nostra mozione chiediamo", tra le altre cose, "la predisposizione di un pacchetto di iniziative a supporto della filiera produttiva automotive"; l'interruzione del processo di spinta alla delocalizzazione degli investimenti dei fornitori; la cessazione del ricorso al lavoro somministrato; un piano di assunzioni per determinare un necessario cambio generazionale; il mantenimento in Italia dei settori della progettazione". (Il Messaggero Veneto)

Emesso un audit negativo. Intanto Gentiloni tesse le lodi del Pnrr, ma i dati lo smentiscono.Aumenta la spesa irregolare nel bilancio dell’Unione. (La Verità)

Come? Voci incontrollate all’interno della maggioranza parlano della direzione del Tg3 assegnata al Movimento 5 stelle, di una promessa di aprire spazi di compensazione per Azione di Carlo Calenda e di un oggi indicibile soccorso esterno da parte di Iv. (ilmessaggero.it)

Maggioranza contro il Green Deal, da rinviare la scadenza del 2035 sulle auto a combustione

“Non rompiamo il fronte, non partecipiamo al voto”, aveva comunicato ieri Carlo Calenda ai suoi parlamentari indicando la linea condivisa con gli altri partiti di opposizione sul voto per l’elezione del giudice della Corte costituzionale (Il Fatto Quotidiano)

Restando tutti fuori dall’aula martedì, i parlamentari delle minoranze hanno costretto Meloni alla ritirata. Non sono passate nemmeno 24 ore dal flop della destra sull’elezione del giudice costituzionale, e già il fronte delle opposizioni scricchiola. (il manifesto)

Le opposizioni hanno risposto accusando il Governo di non essere stato in grado di fronteggiare l'atteggiamento di Stellantis, il gruppo automobilistico che controlla tutti i grandi stabilimenti di produzione di veicoli in Italia e sotto cui rientra anche il marchio Fiat. (QuiFinanza)