Le truppe di Israele sono entrate in Siria
La strategia di Benjamin Netanyahu per realizzare il sogno del Israele a lungo agognato dal sionismo radicale di destra si è oggi arricchito di un nuovo capitolo: un inizio di invasione della Siria. Poco importa (lo diciamo per le anime belle, negli altri casi molto preoccupate per il diritto internazionale e il diritto umanitario) che le Alture del Golan (Inside Over)
Se ne è parlato anche su altri media
Il nord della Striscia è sotto assedio totale da sette giorni: la nuova offensiva di terra israeliana intrappola 400mila persone. I cecchini sparano su chiunque si muova, gli aiuti non entrano dal primo ottobre. (il manifesto)
“Eh, come si fa a ricostruire Gaza distrutta? Ne parlavamo in macchina venendo qui con il collega israeliano, Meron Rapoport, e abbiamo convenuto che ci riusciremo: loro, gli israeliani, sono bravi a distruggere e noi palestinesi a ricostruire, è quello che facciamo da decenni”. (Il Fatto Quotidiano)
Se c’è un posto al mondo in cui i confini fanno parte dell’architettura del luogo questo è la Palestina. Muri, checkpoint, serre, targhe automobilistiche di colori diversi e ancor più documenti di identità. (LifeGate)
testo di francesca mannocchi - foto di gianluca panella Nella yeshiva ortodossa che ispira la guerra (La Stampa)
YAD MORDECHAI. Che bel posto – dice alla sua mamma – perché non possiamo andare lì. (La Stampa)