Con il Fondaco dei Tedeschi, chiude anche il ristorante degli Alajmo

Il department store veneziano di moda, lusso e design chiamato T Fondaco dei Tedeschi e gestito da Dfs (rivenditore con sede a Hong Kong parte della galassia di Lvmh), chiude i battenti, portando con sé anche le attività commerciali al suo interno, tra cui il ristorante-bistrot Amo dei fratelli Alajmo. Il palazzo Fondaco dei Tedeschi a Venezia era tornato a brillare nel 2016, dopo otto anni di chiusura, grazie a Dfs, che lo aveva trasformato in un mall di lusso. (Wine Pambianco)

Su altre testate

«Oggetto: licenziamento collettivo per riduzione del personale». (Corriere della Sera)

E qualcuno, tra i lavoratori del Fondaco dei Tedeschi gestito da Dfs (gruppo Lvmh), ha deciso di partecipare, investendo un po’ di risparmi. Fino al giorno prima sono stati invitati a far parte della grande famiglia del gruppo Lvmh di Bernard Arnault aderendo al piano per l’acquisto delle azioni riservato ai dipendenti. (La Nuova Venezia)

«Il core business del Fondaco erano i “travel retail”, i viaggi organizzati per fare shopping di lusso, soprattutto provenienti dal mercato asiatico», ricordano i segretari sindacali di categoria Caterina Boato per Filcams Cgil, Nicola Pegoraro di Fisascat Cisl e Fabio Marchiori di Uiltucs Venezia che solo giovedì mattina hanno saputo che, ad otto anni dall’apertura, entro settembre ‘25 chiuderà definitivamente il polo del luxury shopping di Rialto. (Corriere della Sera)

Venezia, il rosso del polo del lusso al Fondaco dei Tedeschi sfiora i 120 milioni di euro. 226 dipendenti in bilico

Quello tra Venezia e la famiglia Alajmo sembrava un’accoppiata naturalmente predestinata alla grandezza: una delle città più belle del mondo e una premiatissima dinastia veneta della ristorazione, con esperienze di successo anche all’estero, da Parigi a Marrakech. (Dissapore)

La str… (La Nuova Venezia)

Arrivano a sfiorare i 120 milioni di euro le perdite che si sono abbattute sul Fondaco dei Tedeschi, il regno del lusso di Venezia. Si tratta di 6 dirigenti, 17 quadri e 203 tra impiegati e operai. (Il Fatto Quotidiano)