Caso dossieraggio, spiato anche Jacobs. “Rapporti con israeliani”

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Caso dossieraggio, spiato anche Jacobs. “Rapporti con israeliani” C’era una cintura istituzionale ad assicurare protezione alla banda di cyber-spie individuata dall’inchiesta della procura di Milano. Lo dicono gli inquirenti. Servizio di Leonardo Possati Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)

La notizia riportata su altri media

– Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker di punta di Equalize, legato al movimento Anonymus, arrestato nell’inchiesta della Dda di Milano, incontra a nome del gruppo di cyberspie, due israeliani dell’intelligence e, stando all’accusa della procura, avrebbe messo a loro disposizione i dati esfiltrabili dalle banche dati strategiche nazionali e si sarebbe reso disponibile alle attività d’intelligence richieste in cambio di un milione. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Mentre il Senato accelera sulla proposta di una commissione monocamerale di inchiesta parlamentare sul dossieraggio, emergono altri inquietanti sviluppi sulla banda di Milano che spiava politici, aziende, sportivi e che poteva vantare su un archivio sterminato in cantina «grande quanto il Duomo». (Liberoquotidiano.it)

Avrebbe avuto anche una talpa che girava 'informazioni ricevute che riguarderebbero un'attività del Cnaip', il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture... (Virgilio)

Chi è Nunzio Calamucci, l’hacker di Equaliza a cui i clienti si rivolgevano per lavori milionari

«Quando spunta il Mossad vuol dire che siamo alla frutta», ridacchia un vecchio giornalista. Che ci sia un suk di dati sensibili è pacifico: se indagini (ancora in corso) e processi ne confermassero la gravità, i comportamenti di uomini con o senza più la divisa sarebbero imperdonabili. (il Giornale)

C’era anche il cantante Alex Britti tra le (almeno) quattro persone finite illecitamente sotto la lente di un ispettore della polizia di Stato in servizio alla polizia di frontiera di Orio al Serio: il poliziotto, bergamasco, 59 anni, residente a Curno – è una delle 51 persone indagate nell’inchiesta della Procura di Milano sul «dossieraggio» nata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo e che ha fatto emergere un presunto network di «spioni», guidati dall’ex super poliziotto Carmine Gallo (ora ai domiciliari), ritenuto il braccio operativo di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera (ente estraneo all’indagine), che si è autosospeso. (L'Eco di Bergamo)

A cura di Giorgia Venturini Del dettaglio, la società – al 95 per cento di Enrico Pazzali (nonché presidente di Fondazione Fiera Milano che si è auto-sospeso dall'incarico quando è finito sotto indagine) e al 5 per certo dell'ex poliziotto Carmine Gallo – riusciva ad accedere in modo illegale al Sistema informativo interforze del Ministero dell'Interno: lo faceva corrompendo membri delle forze dell'ordine che sono in possesso delle password oppure appunto attraverso hacker professionisti. (Fanpage.it)