Si pente il capo dei Casalesi. Dopo 26 anni di carcere duro 'Sandokan' collabora con i pm. Ma la malattia è un giallo

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Forse 26 anni di vita trascorsi al 41 bis alla fine sono diventati troppi anche per lui. Oppure è stata una malattia a fiaccarne la sua resistenza, come è successo a Matteo Messina Denaro il quale, però, prima è riuscito a godersi trent’anni di latitanza. O magari, disobbedendo alle radici da clan patriarcale, ha voluto seguire l’esempio di due dei sette figli (cinque maschi e due femmine), Nicola e Walter, che si sono pentiti da anni. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altre testate

Un’ossessione: screditare i pentiti. Ecco alcuni stralci dell’e… (La Repubblica)

Ma, spiega oggi Roberto Saviano sul Corriere della Sera, Sandokan era davanti a un bivio. Né del clan dei Casalesi, che ha governato per anni prima con Mario Iovine e poi in solitaria. (Open)

È un fiume in piena Augusto Di Meo, il testimone oculare dell’omicidio di don Peppe Diana. «Dovrebbe chiedere perdono a tutti i cittadini di Casal di Principe e a tutta quella gente che ha fatto piangere, umiliato e offeso con la violenza delle armi». (La Repubblica)

Video, commenti, interviste, Dalla predica al delirio, il passo è breve, ma quando c'è Roberto Saviano di mezzo, tutto è possibile. (Secolo d'Italia)

Se le sue possibili rilevazioni saranno giudicate attendibili, infatti, non è da escludere un ulteriore trasferimento del boss in un’altra struttura carceraria, sicuramente con minori restrizioni rispetto a quelle con cui ha a che fare da ben 26 anni. (ilmessaggero.it)

Schiavone è recluso al 41 bis «in una stanza singola e videosorvegliata» nel carcere dell’Aquila. Aumentate le misure di sicurezza ne confronti di Francesco Schiavone, 70 anni, detto Sandokan, l’ex capo dei casalesi divenuto collaboratore di giustizia dopo 26 anni di carcere. (napoli.corriere.it)