Stellantis: Tavares non avrà i 100 milioni. La cacciata? "Pensava solo ai tagli"
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Carlos Tavares non prenderà cento milioni di euro di liquidazione. Lo dice Stellantis, senza precisare a quanto ammonterà l'effettiva buonuscita. Che non tiene conto, però, di un aspetto: Carlos Tavares è anche azionista di Stellantis, con due milioni di azioni, e paradossalmente potrebbe guadagnare proprio dall'azione di riassesto dei suoi successori. "Le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Carlos Tavares, sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà" ci spiega un portavoce del Gruppo. (Torino Cronaca)
Su altre fonti
Cacciari sottolinea che la vicenda rientra nella storia della politica industriale degli ultimi 40 anni: “Tutti i nostri asset industriali sono stati venduti, svenduti, privatizzati come era di moda fare. (Il Fatto Quotidiano)
L'uscita da Stellantis di Carlos Tavares, in anticipo di più di un anno sui tempi previsti, è al centro dell'attenzione del mondo politico, di quello sindacale e dei lavoratori del gruppo. (Sky Tg24 )
– “Auspico che il Presidente di Stellantis, John Elkann, – al di là delle interlocuzioni odierne – venga quanto prima in audizione in Parlamento. Un confronto con i parlamentari di maggioranza e opposizione è importante e necessario”. (Agenzia askanews)
Almeno a leggere tra le righe delle parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Raccontando del colloquio telefonico avuto lunedì con il presidente del gruppo automobilistico, John Elkann, a capo del “comitato di crisi” che guiderà l’azienda nei prossimi mesi, Urso ha rivelato: “Adesso anche Stellantis condivide la necessità di rivedere il percorso di decarbonizzazione”. (Il Fatto Quotidiano)
Carlos Tavares, ormai ex ad di Stellantis che ha dato le dimissioni domenica, ha "mortificato l'Italia" con la sua gestione. E Giorgia Meloni deve convocare i sindacati per chiarire qual è la sua strategia. (Fanpage.it)
Il titolo intanto crolla, travolto dalla presenza della Exor, la società di famiglia con sede in Olanda, e, in Italia sono a rischio oltre 40mila posti di lavoro diretti e molti di più nella filiera. (Altreconomia)