"Ci hanno sparato ripetutamente e deliberatamente". Il racconto dell'attacco all'Unifil

Ci hanno sparato ripetutamente e deliberatamente. Il racconto dell'attacco all'Unifil
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L'HuffPost ESTERI

Israele ha sparato "ripetutamente" e "deliberatamente" contro le basi dell'Onu nel sud del Libano, tra cui due posizioni gestite dal contingente italiano: non ha dubbi Andrea Tenenti, portavoce di Unifil, la missione delle Nazioni Unite presente a ridosso della linea di demarcazione con Israele e di cui fanno parte un migliaio di militari italiani. Il punto di osservazione… (L'HuffPost)

Su altri media

Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in conferenza stampa a Palazzo Chigi parlando dell'attacco di oggi alle basi Unifil in Libano. «Non si tratta di un errore né di un incidente quindi abbiamo bisogno di avere spiegazioni reali nei tempi più rapidi possibili». (ilmessaggero.it)

Accanto ai compiti di monitoraggio e supporto alle forze armate libanesi, l'esercito italiano assiste anche la popolazione locale. (AGI - Agenzia Italia)

Un’aggressione che avrebbe potuto portare a conseguenze molto gravi anche per i nostri soldati, i quali dal 2006 garantiscono che Israele e Hezbollah non vengano nuovamente a contatto, dopo la tragica guerra dei trentatré giorni di quell’anno. (Avvenire)

Israele, protesta formale dell'Italia: "Attacco a basi Unifil non ammissibile"

Le basi 1-31 e 1-31 della missione di pace Unifil sorgono, isolate, sulla cosiddetta Linea Blu che divide Israele dal Libano. Impossibile scambiare gli avamposti per qualcosa di diverso: si ergono lì, in mezzo al nulla, con le grandi pareti bianche che riportano la scritta azzurra UN (United Nations). (Il Fatto Quotidiano)

Il Governo italiano -riferisce una nota di Palazzo Chigi- ha formalmente protestato con le Autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile. (Adnkronos)

Gli spari dell’esercito di Israele contro due basi italiane e i quartier generale della missione Unifil, lungo il confine con il Libano, provocano una ferma condanna internazionale. (Il Fatto Quotidiano)