La storia verrà a chiederci dove eravamo al tempo del genocidio

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L'INDIPENDENTE ESTERI

Nel momento in cui scriviamo i palestinesi uccisi direttamente dalle bombe e dalle pallottole dell’esercito israeliano sono 43.824, di cui 16.765 bambini. E sono numeri che non tengono conto di coloro che sono stati uccisi dalla mancanza di cibo, dalle infezioni, da malattie e ferite non curate negli ospedali distrutti. Solo nell’ultima settimana la cosiddetta “unica democrazia del Medio Oriente” ha commesso almeno cinque stragi con più di cento morti, ha messo fuori legge l’UNRWA, ossia l’unica agenzia internazionale che garantisce gli aiuti umanitari ai civili palestinesi, e continua ad assediare centinaia di migliaia di persone nel nord della Striscia di Gaza impendendo loro di ricevere ogni bene di prima necessità, cibo e acqua compresi. (L'INDIPENDENTE)

Su altri media

" Strade, edifici e giardini di cui ho memoria non esistono più", racconta lo scrittore e politico Atef Abu Saif. E all'Italia dice: "Astenersi all'Onu è sostenere l'occupazione" (lavialibera)

– “In quanto scrittori, editori, lavoratori dell’industria editoriale, pubblichiamo questa lettera mentre affrontiamo la più profonda crisi morale, politica e culturale del XXI secolo”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Con queste premesse più di mille tra scrittori, ricercatori e lavoratori del mondo della cultura rifiutano la collaborazione con le istituzioni letterarie israeliane, in un appello diffuso ieri sul sito di The Palestine Festival of Literature, il primo che unisce le voci del mondo intellettuale occidentale e non solo. (il manifesto)

Era il 7 ottobre 2023, un punto di “frattura” e di non ritorno per il Medio Oriente. L’”escalation” di violenza e morte in Medio Oriente è cominciata dall’invasione dei terroristi di Hamas nel Sud di Israele, oltre il confine militarizzato con Gaza (Gazzetta D'Asti)