Inattività fisica, Oms: tendenza preoccupante tra gli adulti

L'inattività fisica è una minaccia silenziosa per la salute globale, contribuendo in maniera significativa al peso delle malattie croniche . Così il direttore della Promozione della Salute dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Rudiger Krech, dopo la pubblicazione su The Lancet Global Health di uno studio condotto dai ricercatori dell'Oms su questa preoccupante tendenza. Sono oltre 1,8 miliardi in tutto il mondo gli adulti che, a causa di una scarsa attività fisica, risultano maggiormente esposti al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, come ictus ed infarti, diabete di tipo 2, demenza e tumori, soprattutto al seno e al colon (Nurse24)

La notizia riportata su altri giornali

Se questo trend continua, si prevede che i livelli di inattività aumenteranno ulteriormente fino a interessare il 35% degli adulti entro il 2030. Il mondo, ammonisce l'agenzia Onu per la salute, "è dunque attualmente ben lungi dal raggiungere l'obiettivo globale di ridurre l'inattività fisica entro il 2030". (Tiscali Notizie)

La sedentarietà cresce con l’avanzare dell’età: si attesta intorno al 24% tra i 18 e i 34 anni, fino ad aumentare progressivamente e raggiungere il 33% fra i 50 e i 69 anni. (RIFday)

Questi risultati indicano una preoccupante tendenza all'inattività fisica tra gli adulti, con un incremento di circa 5 punti percentuali dal 2010 al 2022. (Doctor33 )

Una persona su tre a rischio malattie perché non fa abbastanza attività fisica

Con questa tendenza, i livelli di inattività potrebbero raggiungere il 35% entro il 2030: le raccomandazioni dell'OMS (Quotidiano di Sicilia)

È quanto ha sottolineato uno studio coordinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicato sulla rivista The Lancet Global Health. Nel mondo 1 persona su 3 (1,8 miliardi di persone pari al 31% della popolazione mondiale) non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica. (Alto Adige)

Circa 1,8 miliardi di persone non raggiungono i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS: ciò espone a un maggior rischio di malattie cardiovascolari, come infarti e ictus, malattie metaboliche, demenza e tumori. (Fanpage.it)