Gli infiltrati nella banlieue. Il governo invia 500 agenti

C'è chi la definisce «escalation di violenza» (Stefano Maullu, deputato di Fratelli d'Italia), chi si spinge ad accomunare il Corvetto alle «banlieue europee» (Romano La Russa, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia), chi esorta il sindaco Sala, di fronte a questa «guerriglia urbana» a presentarsi nel quartiere non solo con «i suoi video social e in campagna elettorale» (Alessandro Verri, capogruppo della Lega a Palazzo Marino) e ad accendere «un faro su quartieri difficili alle prese con degrado, abbandono e microcriminalità» (Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati - Centro Popolare). (il Giornale)

Su altri giornali

"La ricerca della verità è una cosa, la guerriglia è un'altra". Pasquale Griesi, segretario del sindacato FSP Polizia di Stato, interviene in studio a 4 di Sera, il talk dell'access prime time di Rete 4 condotto da Paolo Del Debbio, e commenta con tono grave quanto accaduto nelle ultime notti a Milano. (Liberoquotidiano.it)

I video sono quelli delle telecamere di zona dove Ramy Elgaml è morto dopo un inseguimento dei carabinieri la notte tra sabato e domenica. «Facciamo casino perché non ci fanno vedere i video. (il manifesto)

Il quartiere di Milano, teatro della rivolta causata dalla morte del 19enne egiziano Ramy Elgaml, questa notte è tranquillo. (il Giornale)

Ramy Elgaml morto durante l'inseguimento: indagati l'amico e il carabiniere

Gli amici di Ramy sono seduti a un tavolo del bar all’angolo di via dei Cinquecento. Da qui, il Duomo di Milano dista dieci minuti di metropolitana ma sembra lontanissimo. (La Stampa)

È solo una delle voci della rabbia che sta montando in questi giorni, e soprattutto in queste notti, nel quartiere alla periferia sud di Milano, dopo la morte di Ramy Elgaml, elettricista 19enne, avvenuta in un incidente durante un inseguimento con un’auto dei carabinieri per diversi chilometri attraverso la città, in via Ripamonti, alle quattro di domenica mattina. (Avvenire)

Nel fascicolo per omicidio stradale è finito il nome di Fares B., il 22enne alla guida del Tmax, ma anche quello del vicebrigadiere del radiomobile che era al volante della Giulietta. Non solo nell’inchiesta coordinata dal pm Marco Cirigliano è stata disposta l’autopsia sul corpo del ragazzo: verrà eseguita venerdì 29 novembre. (MilanoToday.it)