Davvero pagano banche e assicurazioni? Perché la sfida del debito è solo all'inizio

Confesso, oggi sono una pizza. Niente di peggio dei conti pubblici per iniziare la settimana. Ma in fondo non sono solo cattive notizie. Guardate il grafico qua sotto: mostra l’andamento dei rendimenti dei titoli decennali di Italia (in blu) e Francia (in verde) e ci ricorda che potrebbe andare molto peggio di così. Non è vero che lo spread è in letargo, il rischio di mercato sul debito pubblico non è solo un ricordo di anni più o meno recenti. (Corriere della Sera)

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La notizia non è nella cifra, ma nel segno «meno» che la precede. Perché qui si parla della spesa pubblica italiana: quel gigante che fra 2019 e 2024 è aumentato del 39,6%, ha corso a ritmi doppi rispetto a un’inflazione arrivata anch’essa a picchi inediti da decenni e ha superato di slancio il 50% del Pil, secondo in Europa solo al dato francese. (NT+ Enti Locali & Edilizia)

Missioni internazionali, servizio civile, emergenze nazionali. Nel loro complesso i rifinanziamenti per i prossimi cinque anni valgono oltre 25 miliardi e di questi quasi 19,5 miliardi riguardano programmi di spesa resi come detto permanenti. (Il Sole 24 ORE)

No, non mi riferisco ai teatri bellici sparsi per il mondo, ma a una battaglia nazionale: quella contro il deficit, prima, e contro il debito, alla fine. Di recente sono stati ricalcolati i numeri degli anni precedenti, questo ha portato (Secolo d'Italia)