Segrate: Al San Raffaele test gratuito e anonimo per l'HIV in occasione della giornata mondiale
Più di 70mila casi e quasi 50mila morti dagli anni '80 a oggi. 40 milioni di persone vivono con l'infezione un terzo circa non ha ancora accesso alle cure. Sono i numeri drammatici dell'epidemia da AIDS. Oggi il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) fa meno paura che in passato, grazie alla straordinaria attività della ricerca e a una sempre maggiore consapevolezza, ma continua a rappresentare una sfida importante per la sanità. (Prima la Martesana)
Ne parlano anche altre testate
Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità nel 41% sono diagnosi tardive, con un quadro clinico già conclamato, ed è ipotizzato anche un 40% di sommerso. (IL GIORNO)
L’infezione da l'Hiv continua a rappresentare ancora oggi, anche in Italia, una sfida importante. Proprio per questo il team di Evoluzione e Trasmissione Virale dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, diretto dalla dottoressa Gabriella Scarlatti, ha recentemente avviato uno studio clinico di Fase 1 per testare la sicurezza e l’efficacia immunitaria di nuovo vaccino terapeutico HIVconsvX. (Adnkronos)
Il virus più studiato al mondo, si modifica e si muove in modo velocissimo da cellula a cellula, rendendo a poco a poco il sistema immunitario sempre più debole, fino a potenzialmente distruggerlo. (Open)
Il Lenacapavir, un farmaco antivirale a lunga durata d'azione da iniettare due volte all'anno, permette di abbattere del 96% il rischio di contrarre l'HIV, il virus che provoca l'AIDS. Offre una protezione ancora più efficace di quella garantita dalla PrEP, la profilassi pre-esposizione che consiste nell'assunzione orale giornaliera di farmaci anti-HIV da parte di persone HIV-negative a rischio di contrarre l'infezione. (Focus)
Oggi l’Aids è una malattia gestibile, serve conoscerla e monitorarsi” “Gran parte del problema sta nello stigma e nella criminalizzazione delle persone con Hiv. (Sky Tg24 )
È un ritornello che sentiamo ripetere ormai da decenni e che, fino ad oggi, non si è tradotto in nulla di concreto. Perché se i trattamenti antiretrovirali riescono a bloccare la moltiplicazione dell’HIV – quindi la progressione verso lo stadio dell’AIDS e le sue complicanze – non riescono ad eliminare l’intruso che si rifugia nelle “cellule serbatoio” sparse nel corpo. (Il Fatto Quotidiano)