Nucleare, il sì di Meloni che non pensa al clima

Se fossimo nel 2049, il discorso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Summit delle Nazioni Unite sul clima che si sta tenendo in questi giorni a Baku in Azerbaigian, non farebbe una piega. «L’Italia è in prima linea sulla fusione nucleare» dice la presidente rivolgendosi ai delegati di tutto il mondo, sottolineando l’intenzione di «rilanciare questa tecnologia che potrebbe cambiare le… (La Stampa)

Su altre fonti

Nel suo discorso Meloni tira fuori una “ricetta” per la transizione fatta di svariate cose diverse, ma unite dalla stessa caratteristica: l’inutilità ai fini della transizione. (Il Fatto Quotidiano)

“Ma, al di là di Trump, ci sono tutti gli altri che hanno firmato l’accordo e la Ue che porta a Baku una posizione condivisa“, avverte Luigi di Marco dell’Alleanza italiana dello Sviluppo Sostenibile (AsViS), “e poi non dimentichiamo le ambiguità di Trump e di Elon Musk che produce le auto elettriche”. (Agenda Digitale)

Alla prima categoria ascriviamo l’invito a un approccio “pragmatico e non ideologico“ e alla “neutralità tecnologica” che dovrebbe caratterizzare il “mix equilibrato” di soluzioni per «proteggere la natura ma con l’uomo al centro». (Vaielettrico.it)

"Troppa ideologia ci porta all'insuccesso". L'intervento integrale di Giorgia Meloni alla Cop29

L’integralismo più becero e peloso annichilisce il buonsenso. Già dall’apertura della Cop29 non sono mancate le sparate d’autore, ma con il passare dei giorni la situazione sta esponenzialmente peggiorando. (Nicola Porro)

La cifra richiesta è di 1,3 trilioni di dollari all’anno. Questo significa che i Paesi poveri hanno ritenuto inadeguata la proposta fatta preparare dall’ONU ad Australia ed Egitto in vista della COP29, e preferito sfidare il nord del mondo a rispettare l’accordo di Parigi con impegni economici più adeguati e concreti. (Vatican News - Italiano)

Per raggiungere questi obiettivi è necessaria la collaborazione di tutti - a partire dai principali emettitori di gas a effetto serra –, oltre ad un adeguato sostegno finanziario. A Dubai ci siamo posti obiettivi ambiziosi: triplicare la capacità di generare energia rinnovabile nel mondo e raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030. (il Giornale)