Sinistra in piazza: bruciano le bandiere dell’Ue, la piazza divisa sul riarmo

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Roma, 16 marzo 2025 – Una giornata di fuoco, quella che ha visto scendere in piazza due anime contrapposte della politica italiana. Mentre a piazza del Popolo si radunavano decine di migliaia di persone per la manifestazione “Una piazza per l’Europa”, promossa dal giornalista Michele Serra e sostenuta da numerosi sindaci, tra cui Roberto Gualtieri, a piazza dell’Esquilino si consumava un gesto simbolico e plateale: il rogo di una bandiera dell’Unione Europea.

La contromanifestazione, organizzata da formazioni della sinistra antagonista, tra cui Potere al Popolo, ha riunito circa duemila persone – cifra ben lontana dalle diecimila dichiarate dagli organizzatori – che hanno scelto di esprimere il proprio dissenso bruciando il vessillo stellato su sfondo blu. Un atto che, al di là del suo impatto mediatico, riflette la profonda frattura che attraversa non solo la sinistra, ma l’intero Paese, sul tema dell’Europa e delle sue politiche.

A piazza del Popolo, invece, l’atmosfera era tutt’altra. La manifestazione, nata per sostenere un’idea di Europa unita e solidale, ha visto la partecipazione di circa trentamila persone, tra cui studenti, insegnanti e lavoratori. Molti hanno sventolato bandiere della pace, mentre altre erano state distribuite all’ingresso. Sul palco, il sindaco Gualtieri, circondato da una cinquantina di primi cittadini provenienti da tutta Italia, ha ribadito la necessità di “più diritti e unità” nel progetto europeo.

Tuttavia, anche tra i partecipanti alla manifestazione pro-Europa non mancavano le divisioni. Il Piano Von Der Leyen, che prevede uno stanziamento di 800 miliardi per il riarmo degli Stati membri, ha acceso il dibattito. “Non è questa l’Europa che vogliamo”, hanno gridato alcuni, mentre altri hanno sottolineato come un esercito comune possa rappresentare un primo passo verso una maggiore integrazione.

Tra la folla, Pietro Scarpulla, insegnante di italiano all’istituto Armellini, ha raccontato di aver partecipato per portare in classe un messaggio chiaro: “Se ne parla troppo poco, eppure l’Europa riguarda tutti noi”. Una riflessione che sembra risuonare anche tra i giovani, molti dei quali hanno scelto di essere presenti per capire, discutere e, in alcuni casi, contestare.