Omicidio a Treviso: tre giovani restano in carcere
Il giudice delle indagini preliminari di Treviso ha disposto la custodia in carcere per due giovani di 18 e 19 anni, accusati di omicidio volontario per l’aggressione a un 22enne avvenuta lo scorso 12 dicembre in via Castelmenardo. Con loro è detenuto anche un 15enne, mentre altri membri del gruppo restano indagati a piede libero per concorso in omicidio o rapina. L’episodio è scaturito da una rapina di hashish: il gruppo, composto da una decina di ragazzi, ha aggredito la vittima con calci, pugni e una bottiglia di vetro. (Oggi Treviso)
Su altri giornali
Monica non si dà pace e dopo 11 giorni trascorsi ad accarezzare e baciare suo figlio in terapia intensiva, si è dovuta rassegnare. Prima picchiato, poi accoltellato e infine sgozzat… (la Repubblica)
Il dato drammatico è che gli assalitori – tutti nati in Italia da famiglie immigrate – sono più giovani della vittima, fra loro anche ragazze. Un’agonia di undici giorni poi la morte al termine di una vita travagliata fin da quando Monica, una ragazza-madre, l’aveva messo al mondo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Gli amici non credono alle accuse. Quel 12 dicembre resta impresso nella memoria: Francesco Favaretto, 22 anni, aggredito e ferito in modo gravissimo alla gola e al torace in via Castelmenardo, in pieno centro a Treviso, trovato agonizzante in una pozza di sangue. (Corriere della Sera)
La madre di Francesco, Monica, ha raccontato con dolore che suo figlio si è messo in mezzo per difendere la sua fidanzata, un gesto di coraggio che gli è costato la vita. Il 12 dicembre, una tranquilla serata invernale a Treviso si è trasformata in un incubo per la famiglia Favaretto. (La Voce di Rovigo)
Una resa dei conti con accoltellamento che ha scoperchiato una situazione di emergenza nel centro storico di una delle città più ricche del Nordest. (Vanity Fair Italia)
La tragica morte di un giovane a Treviso, avvenuta in circostanze violente e legate a dinamiche complicate, ci costringe a riflettere su ciò che possiamo fare per evitare che simili tragedie... (Virgilio)