Kamala Harris perde come Hillary Clinton: il compromesso non paga mai

Donald Trump torna alla Casa Bianca come 47° presidente degli Stati Uniti, nella smorfia napoletana 47 è “o muort” e qui il “morto” però è il Partito democratico, che non è riuscito a fermare Trump né a parlare davvero al Paese. Latinos, neri, persone con bassa scolarizzazione, emarginati in generale in ogni parte del Paese hanno preferito lui a Kamala Harris. Uno che almeno quando parla lo capiscono, uno che sulla guerra in Ucraina ha una posizione chiara (arrendersi e darla vinta a Putin) e su Israele anche (annientare i palestinesi in breve tempo però e allearsi con gli arabi “buoni” quelli del Golfo). (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Non smettere mai di cercare di rendere il mondo un posto migliore. Quasi 24 ore di silenzio, tanto è servito a Kamala Harris per elaborare una sconfitta di cui probabilmente si sottostimavano le dimensioni. (Elle)

Donald Trump ha messo in scena un ritorno politico di proporzioni storiche. Kamala Harris ha subito una batosta cocente ed umiliante. (La Stampa)

Milano, 7 nov. (Agenzia askanews)

Elezioni Usa, i perché della vittoria di Trump e della sconfitta di Harris

La sua vittoria è una testimonianza potente di un Paese profondamente diviso, un riflesso di una società in cerca di identità, che si è rivolta nuovamente ad un leader controverso, ma capace di catalizzare i sentimenti e le paure di milioni di persone. (Nicola Porro)

Nel 2016, quando Trump vinse la prima volta, New York scese in piazza, dalle università alle famiglie, dai giovanissimi ai più attempati. Quasi due anni di campagna elettorale segnata da attentati, insulti, cambi in corsa con gli occhi del mondo puntati addosso - tutti aspettavano il verdetto del 5 novembre - sembrano superati con il normale passare delle lancette. (Tiscali Notizie)

"La più grande rimonta politica della storia americana", l'ha definita JD Vance (LAPRESSE)