Scritte no vax sui muri di Etv e al Cimitero Monumentale, identificati i presunti responsabili
Scritte no vax sui muri di Espansione Tv, del Cimitero Monumentale di Como e in altri paesi del territorio comasco, identificati i presunti autori, due donne e un uomo. Sono accusati di imbrattamento e hanno ricevuto il foglio di via obbligatorio dal capoluogo lariano. Le indagini della polizia di Stato, coordinate dalla procura di Como sono ancora in corso per valutare nel dettaglio la posizione dei presunti responsabili degli imbrattamenti e i ruoli precisi di ciascuno nei diversi episodi registrati in città e nel Comasco. (Espansione TV)
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La Polizia di Stato, a margine delle indagini ancora in corso coordinate dalla Procura, ha notificato un foglio di via obbligatorio a tre persone, ritenute responsabili di scritte diffamatorie riconducibili al movimento "no vax", trovate sui muri di alcuni edifici istituzionali e privati, a Como e in provincia. (La Tribuna di Treviso)
– La scorsa primavera avevano imbrattato con scritte no-vax diversi edifici nel Comasco: il muro di cinta del Cimitero monumentale di Como, la sede della televisione locale EspansioneTv, una scuola di Olgiate Comasco e ancora i cimiteri di Caslino e Cirimido. (IL GIORNO)
I tre «no vax» accusati di una serie di raid contro sedi istituzionali, scuole e cimiteri di Como avevano una lista di ulteriori obiettivi da colpire in 23 paesi del territorio lariano. I «guerrieri», come si definivano, seguivano inoltre una sorta di vademecum, con regole di comportamento per non essere scoperti e slogan come «Il popolo ha diritto alla verità». (Corriere Milano)
La Polizia di Stato, a margine delle indagini ancora in corso coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Como, ha notificato un foglio di via obbligatorio a tre persone, ritenute a vario titolo responsabili di alcune scritte diffamatorie e comunque riconducibili ad un movimento “no vax”, ritrovate sui muri di alcune strutture istituzionali e private, a Como e in provincia. (varesenews.it)
Le indagini della Digos di Como, coordinate dalla Procura locale, erano iniziate a febbraio scorso, fin dal primo episodio, quando i muri esterni di un'emittente televisiva erano stati imbrattati con frasi diffamatorie, accompagnate da simboli di una compagine no-vax (Prima Bergamo)