Apple Vision Pro: il futuro è immersivo?

Il visore Apple promette di aprire agli utenti un nuovo mondo ibridato dalla tecnologia passtrough. Peccato che le criticità sono molteplici e difficili da ignorare al momento Il fatidico Vision Pro di casa Apple è finalmente arrivato per dimostrarci che lo spacial computing, secondo l’azienda californiana, è il futuro. E non sorprende che Apple faccia ancora di tutto per dissociare il suo nuovo visore dall’idea di un utilizzo ludico e svogliato; opponendosi duramente al visore Meta e incentivando l’idea di una tecnologia volta alla produttività. (Sentieri Selvaggi)

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L’Apple Vision Pro è il visore più futuristico che abbiamo mai visto, eppure – spendendo un decimo – abbiamo già accesso ad headset che permettono di fare quasi le stesse cose, e molto di più. L’azienda di Cupertino apre le danze, attraverso il suo ultimo gioielli tecnologico, al concetto di Spatial Computing, ovvero un device che ha tutte le potenzialità – o quasi – di un Mac, ma che si fruisce attraverso lo spazio intorno a noi, e non semplicemente attraverso un monitor. (VR ITALIA)

Punti di forza e di debolezza del visore Apple Vision Pro Da qualche giorno a New York e anche in altre città americane si vedono andare in giro per strada, in metro e – in un caso, per fortuna isolato – pure in auto persone con un visore, mentre gesticolano per aria le loro mani facendo cose apparentemente incomprensibili per un occhio esterno. (Start Magazine)

Come detto più volte, la radiazione a radiofrequenza (RF) non è la stessa radiazione ionizzante generata dal decadimento degli isotopi radioattivi e dal sole stesso. In breve, la RF non ha l’energia necessaria per rompere i legami chimici, ionizzare gli atomi e danneggiare il DNA. (iPhone Italia)