Sull’Italia pesa l’inefficienza degli edifici
L’Italia è indubbiamente un Paese con un patrimonio immobiliare peculiare, caratterizzato da edifici storici ed artistici, agglomerati che risalgono al Medioevo, palazzi di inizio 900 o fine 800. Il che rende il nostro Paese praticamente unico per un acquirente di case, ma con un effetto secondario importante: la maggior parte degli edifici ricade in categorie energetiche pessime. Secondo i dati Siape, ben il 45% degli immobili certificati nel 2023 rientra nelle peggiori classe energetiche, vale a dire nelle categorie F e G, lanciando nel nostro Paese un’importante sfida alla riqualificazione e la riduzione dei consumi. (Il Sole 24 ORE)
La notizia riportata su altri media
A sottolineare il ruolo fondamentale dell’efficientamento energetico degli immobili, a partire da quelli pubblici, è Claudio Levorato, presidente di Rekeep, il principale operatore italiano e tra i principali player internazionali nell’Integrated Facility Management ovvero la gestione e l’erogazione di servizi integrati, alla clientela pubblica e privata, rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell’attività sanitaria. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Nell’attuale scenario economico e sociale, il tema della sostenibilità è diventato una priorità per gli investitori e le istituzioni, che cercano di coniugare risultati economici con un impatto positivo per l’ambiente e la società. (Agenparl)
Infatti, secondo il Global status report for building and construction pubblicato nel marzo 2024 dalle Nazioni Unite, l’edilizia rappresenta da sola un quinto delle emissioni complessive dovute alle attività umane. (Corriere della Sera)
Si chiama “wellness real estate”: per chi non ne avesse mai sentito parlare, è un fenomeno che sta concretamente trasformando il mercato globale delle costruzioni, segnando una rapida e costante crescita della domanda di immobili, residenziali e commerciali, capaci di incorporare il fattore benessere nel design, nelle tecnologie e nei materiali da costruzione. (QuiFinanza)