Ucraina, leader G7: "Mosca paghi per distruzione". Putin propone il suo piano di pace

Russia pronta a negoziare se Kiev si ritira dalle regioni annesse. Zelensky: "Sono gli stessi messaggi che mandava Hitler" Dal G7 arriva un messaggio chiaro a Vladimir Putin. “Riaffermiamo il nostro fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario”, scrivono nella dichiarazione finale i leader sottolineando come Mosca deve “porre fine alla sua guerra illegale di aggressione” e anche “pagare per i danni che ha causato all’Ucraina” che “secondo la Banca Mondiale superano ormai i 486 miliardi di dollari“. (LAPRESSE)

Ne parlano anche altri giornali

La storia degli asset russi sembra essere arrivata ad un epilogo dopo tanto penare. È dall’inizio dell’invasione da parte della Russia che si discute di come utilizzarli per finanziare l’Ucraina senza che i paesi dell’Unione Europea siano riusciti a trovare una posizione comune. (L'HuffPost)

Ascolta ora 00:00 00:00 I soldi russi finanzieranno la resistenza ucraina contro l'invasione. L'accordo è stato finalizzato al G7 in Puglia e le risorse verranno «erogate attraverso molteplici canali che indirizzeranno i fondi alle esigenze militari, di bilancio e di ricostruzione dell'Ucraina». (il Giornale)

Qual è stata la decisione del G7 sugli aiuti economici all'Ucraina finanziati con gli asset russi sequestrati. I numeri, l'accordo politico, le incognite tecniche e il progetto americano silurato dai Paesi europei. (Start Magazine)

La posizione del G7 sull’esproprio degli extra profitti russi è da condannare due volte. Perché è un ulteriore innalzamento della tensione con Putin e perché la sua reale efficacia economica sarà probabilmente molto limitata. (il manifesto)

di Federico Petroni L’accordo fra Stati Uniti e Ucraina siglato al G7 pugliese mostra che l’America oltre una certa soglia non può proprio impegnarsi. Cosa prevede: un impegno politico a fornire per dieci anni armi, intelligence e altre forme di supporto bellico a Kiev (Limes)

BERLINO – I dati sono spaventosi. Secondo la Ukraine Restoration Alliance, le aziende occidentali ancora presenti in Russia le garantiscono il 5% degli introiti fiscali. (la Repubblica)