ENI in rialzo al FTSEMib
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ENI in rialzo al FTSEMib. Alle ore 13.10 il titolo guadagnava l'1% a 14,322 euro, dopo aver oscillato tra un minimo di 14,278 euro e un massimo di 14,396 euro. Il colosso petrolifero e KKR hanno firmato il contratto per l’ingresso nel fondo statunitense nel 25% del capitale di Enilive. Il corrispettivo complessivo convenuto è pari a 2,94 miliardi di euro. (SoldiOnline.it)
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A luglioaveva firmato un accordo di esclusiva conper la cessione di una quota di partecipazione in Enilive tra il 20% e il 25%, che poi ieri si è dimostrata essere del 25%. In quell'occasione, Eni aveva detto che il forte interesse manifestato da primari investitori finanziari istituzionali poteva portare alla successiva cessione di un'ulteriore quota fino al 10% di Enilive. (LA STAMPA Finanza)
Enilive – società di Eni dedicata alla bioraffinazione, alla produzione di biometano, alle soluzioni di smart mobility, tra cui il car sharing Enjoy, e alla commercializzazione e distribuzione di tutti i vettori energetici per la mobilità – ha oltre 5.000 Enilive Station in Europa, dove è presente un’ampia offerta di prodotti che include carburanti da materie prime rinnovabili, disponibili sia in purezza, come HVOlution (olio vegetale idrogenato), che anche miscelati come il bio-GPL e il biometano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La campagna di espansione italiana del fondo Kkr, uno dei massimi attori globali del private equity, non si ferma: l'azienda di New York, di recente già attiva in Italia per guidare l'acquisto della rete primaria e secondaria di Tim, è entrata nel capitale di Enilive, società controllata dalla major italiana dell'energia. (Inside Over)
Un altro pezzetto di tricolore cambia bandiera: il fondo americano Kkr, tra i principali attori globali del private equity e che nel Belpaese sta già operando per acquisire la rete primaria e secondaria di Tim, è entrata nel capitale di Enilive, società della mobilità green della major italiana dell’energia. (Automoto.it)
Prosegue la cessione di aziende strategiche, centrali per la sicurezza e l’autonomia nazionale, ai fondi finanziari statunitensi da parte del governo Meloni, in continuità con la posizione del precedente governo Draghi: dopo la vendita al fondo statunitense KKR della rete primaria e secondaria delle telecomunicazioni di TIM – azienda coperta da Golden Power a partecipazione statale – è ora il turno di ENI, il colosso energetico fondato da Enrico Mattei e controllato per il 30% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso Cassa Depositi e Prestiti SpA (CDP SpA). (L'INDIPENDENTE)