La condanna internazionale è lo scudo migliore in patria per Netanyahu (di J. Cingoli)
I mandati d’arresto emessi dalla Corte penale Internazionale dell’Aia per “crimini contro l’umanità”, emessi nei confronti di Benjamin Netanyahu e l’ex-ministro della Difesa Yoav Gallant, insieme al leader di Hamas Mohammed Deif, probabilmente ucciso in un bombardamento israeliano lo scorso luglio, segnano una scelta di campo della Corte nella guerra in … (L'HuffPost)
Ne parlano anche altri giornali
Matteo Salvini interviene sulla polemica internazionale che riguarda Netanyahu. I criminali di guerra sono altri». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine dell'assemblea Anci. (Corriere della Sera)
Il viaggio che il premier israeliano potrebbe intraprendere stando alle dichiarazioni dei leader globali è una sorta di linea che va a zig-zag intorno al pianeta, da Washington alla capitale ungherese, toccando pure Mosca e Belgrado. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Lo sterminio di Netanyahu a Gaza va fermato” L’ex presidente della Camera, intervistata da Fanpage.it, spera che Meloni non abbia dubbi sul da farsi e dia seguito alla decisione della Cpi su Netanyahu e Gallant: “Se consentiamo a chi ha dato l’ordine di uccidere 44mila palestinesi di farla franca, allora sarà il caos totale”. (Fanpage.it)
E’ sotto gli occhi di tutti”. “Il mandato di arresto per Netanyahu? Non mi serviva la Corte penale internazionale per sapere che è un criminale di guerra. (Il Fatto Quotidiano)
“Ma la cosa che ha colpito di più, e che io ho detto sin dal primo momento, è che abbiamo trovato inaccettabile e assurdo mettere sullo stesso piano i leader di un’organizzazione terroristica che ha attaccato innocenti e ha provocato la reazione con chi guida legittimamente uno Stato democratico e si sta difendendo”, ha aggiunto. (Il Fatto Quotidiano)
«Tutti gli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma (che istituisce la Corte penale internazionale, ndr), inclusi tutti gli Stati membri dell’Unione europea, hanno l’obbligo di eseguire i mandati di arresto emessi dalla Corte», dice un portavoce della Commissione europea, ribadendo la posizione espressa a caldo dall’alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell. (Corriere della Sera)