Da Einaudi al partigiano Pertini. Così l’Italia ha onorato i martiri
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Di Massimo Selleri Quando il 25 settembre 1949 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi salì a Marzabotto, i parenti delle vittime e i superstiti dell’eccidio di Monte Sole tirarono un sospiro di sollievo. Vi era il forte timore che quell’insieme di stragi passassero in secondo piano in nome della pacificazione nazionale e per ragioni internazionali. Inoltre la brigata partigiana che agiva nelle montagne tra la valle del Reno e quella del Setta si chiamava Stella Rossa, un appellativo che ricordava quello della milizia jugoslava in un momento in cui dovevano essere ancora decise le sorti dell’Istria e della Venezia Giulia. (il Resto del Carlino)
Se ne è parlato anche su altre testate
Si ritira a metà gara Marc Marquez per problemi tecnici sulla sua Ducati del team Gresini che esce di pista con il motore in fiamme. Il leader del Mondiale MotoGp, Jorge Martin, ha vinto il Gran Premio d'Indonesia. (Tuttosport)
A tenerla viva ci sono le testimonianze, gli atti processuali, i documenti, la narrazione orale che passa da una generazione a quella successiva. Mentre le voci di chi ha visto in prima persona l’orrore di Marzabotto si spengono una ad una, la memoria della strage non si affievolisce. (il Resto del Carlino)
In un contesto storico segnato da conflitti e tensioni internazionali, la memoria di questo crimine contro l’umanità ci ricorda quanto profondo sia l’abisso in cui l’uomo può sprofondare quando guerra, odio e intolleranza ne corrompono l’anima”. (Civonline)
I racconti dei loro nonni che a loro volta li hanno ascoltati dai loro parenti si mescoleranno alle informazioni reperite dai documenti e diventeranno i testi di diverse rappresentazioni. I loro interventi saranno intervallati dai brani eseguiti dal corpo bandistico Pietro Bignardi di Monzuno, dalla Banda ‘Giuseppe Verdi’ di Riola, dal coro Farthan e dagli Scarriolati di Marzabotto (il Resto del Carlino)