Trump-Harris, chi vincerà le elezioni Usa? Ultimissimi sondaggi, parità in Pennsylvania, Florida in bilico. Kamala recupera

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A soli tre giorni dalle elezioni Usa, cambia la tendenza e Kamala Harris alza leggermente le sue quotazioni. Secondo le previsioni di El Pais, la candidata democratica ha il 45% di possibilità di vincere la presidenza, rispetto al 55% di Donald Trump. Resta il divario che già conosciamo: da un lato, gli analisti di Metaculus e i modelli politici, che vedono una sostanziale parità tra Harris e Trump; dall'altro i mercati finanziari, che vedono il candidato repubblicano leggermente più favorito. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre fonti

Tra due giorni il voto deciderà il vincitore tra Kamala Harris e Donald Trump. La corsa presidenziale è di fatto iniziata la sera del 27 giugno ad Atlanta, dopo il disastroso dibattito televisivo tra il tycoon e Joe Biden sulla Cnn, con il presidente apparso fragile e confuso. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

E' un sondaggio choc quello che, in Iowa, afferma che la vice presidente americana Kamala Harris è avanti all'ex presidente Donald Trump. Choc perché l'Iowa era considerato uno Stato sicuro per i repubblicani, ma secondo il sondaggio Selzer condotto per il quotidiano Des Moines Register Harris è in vantaggio di tre punti rispetto a Trump. (Adnkronos)

Gli elettori sceglieranno il o la presidente per succedere a Joe Biden. Le elezioni presidenziali 2024 degli Stati Uniti d'America si svolgeranno martedì 5 novembre. (Fanpage.it)

Elezioni Usa 2024, l'editoriale del direttore Roberto Napoletano: la debolezza delle leadership e la complessità del nuovo mondo

Il 5 novembre l’America si troverà a un bivio da cui potrebbe dipendere il futuro dell’intero Occidente. Dall’altro c’è Kamala Harris, portavoce di una visione alternativa che guarda al mondo come a una grande comunità, unita nelle crisi e nelle soluzioni. (Secolo d'Italia)

Non so bene perché, ma sono giorni che penso insistentemente a Franklin Delano Roosevelt, 32º presidente degli Stati Uniti, e a Winston Churchill, primo ministro e figura chiave della politica del Regno Unito. (ilmattino.it)