Vittorio Emanuele Parsi: «Guerra infinita, ora Netanyahu agisce come Putin»

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La Nuova Venezia ESTERI

«Un discorso di menzogne e violenza. Un discorso di supremazia che esprime l’obiettivo di occupare l’intera area dal Giordano fino al mare». Il politologo Vittorio Emanuele Parsi interpreta quanto sta accadendo in Medio Oriente, dove ieri l’Iran ha lanciato missili balistici su Israele, come conseguenza della strategia di guerra del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ma anche della passività della comunità internazionale. (La Nuova Venezia)

La notizia riportata su altri media

Il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah è sotto le macerie dei sei palazzi bombardati da Israele a Beirut. Bombardamenti continui sul Libano, movimenti di truppe, la guerra totale forse è già iniziata, il mondo tace attonito. (il manifesto)

Il conflitto in Medio Oriente si trasforma in guerra politica alle Nazioni Unite. Un compito, con ogni evidenza e non solo per le guerre in corso, che ne ha invece decretato l’impotenza. (Start Magazine)

Quando il premier israeliano Netanyahu è salito sul podio all’Assemblea generale Onu la scorsa settimana, decine di governi hanno abbandonatol’aula. Netanyahu diffonde un’ideologia fondamentalista che ha trasformato Israele nella nazione più violenta del mondo. (Il Fatto Quotidiano)

Netanyahu resta cattivo, però è efficace (di Mattia Feltri)

«Ogni giorno, il regime (iraniano) sprofonda sempre più la nostra regione nell’oscurità e nella guerra. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incoraggiato i cittadini iraniani a voltare le spalle ai loro leader, in un video messaggio con una chiara sfumatura di guerra psicologica. (Gazzetta del Sud)

Non è meno stupefacente dell'impossibile eliminazione di Nasrallah l'ammirato sguardo del mondo verso il personaggio che tutto il conformismo internazionale ha amato odiare, e ha usato come schermo per attaccare Israele, la guerra, gli ebrei: Netanyahu. (il Giornale)

Confondono la tirannia terroristica con la resistenza, ignorano il giubilo del popolo iraniano che si è ritrovato i miliziani di Hezbollah in casa, a sparargli addosso durante le proteste a mani nude per il diritto a indossare, leggere, dire quel che si ritiene e non quello che ritengono gli ayatollah, e per quella parolona repellente ai tipi alla Hezbollah: democrazia. (L'HuffPost)