Gualtieri il censore e Tony Effe martire: lo psicodramma progressista

L’emergenza rifiuti, l’allarme sicurezza, le strade messe male, le opere a rilento, il robot spara-multe. L’amministrazione Pd a Roma non passerà alla storia, questo appare chiaro. Ma Roberto Gualtieri e la sua squadra sono riusciti nell’impresa di mandare all’aria il concerto di Capodanno del Circo Massimo. Dopo l’esclusione del trapper Tony Effe per i suoi testi “sessisti”, hanno annunciato la loro rinuncia per solidarietà altri due artisti, Mahmood e la cantautrice Mara Sattei, denunciando una forma di censura verso il collega. (Nicola Porro)

Su altri giornali

Poiché siamo un Paese senza problemi, con un governo liberale e progressista e siccome c’è la pace nel mondo, potevamo permetterci la polemica di fine anno su Tony Effe e sulla sua esclusione al concerto di Capodanno a Roma (Il Fatto Quotidiano)

“Tony Effe ora avrà un’esposizione mediatica fortissima: non vorrei che qualcuno si aspettasse da lui chissà cosa, magari un’opera completa stile Mozart, come ha detto Jovanotti a Belve”. “Il caso Tony Effe? Ho una preoccupazione: che alla fine ci sia una disparità di attenzione nei confronti di Tony Effe rispetto a tutti gli altri sanremesi”. (la Repubblica)

A dire la sua è stato il conduttore e giornalista Massimo Gramellini, su Il Corriere della Sera. La critica di Gramellini (Tecnica della Scuola)

Tony Effe e il no al Capodanno di Roma: tutta la vicenda

Il concertone di Capodanno a Roma è diventato un gran pasticcio e il Campidoglio, a pochi giorni dall’evento, si ritrova senza artisti. (L'Unione Sarda.it)

Tony Effe è diventato un caso nazionale. La mossa del Campidoglio ha scatenato l'ira dei colleghi, a partire da Mahmood e Mara Sattei, che avrebbero dovuto cantare con lui al Circo Massimo il 31 dicembre e che si sono tirati indietro in segno di solidarietà. (leggo.it)

La vicenda dell’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma ha innescato un acceso dibattito tra libertà artistica e sensibilità sociale. La decisione ha provocato reazioni contrastanti: se da un lato il Campidoglio ha difeso la scelta, dall’altro artisti e colleghi hanno manifestato solidarietà al cantante, rifiutandosi a loro volta di partecipare all’evento o criticando apertamente la decisione. (Io Donna)