Urso: "Con Giorgia Meloni l'Italia guida il fronte delle riforme in Europa"

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Tiscali Notizie INTERNO

" Noi abbiamo sempre sostenuto che su alcuni settori ci vuole più Europa e su altri bisogna lasciare liberi gli Stati di operare al meglio. C'è bisogno certamente di una riorganizzazione dell'Europa. L'Italia oggi è il Paese che, grazie a Giorgia Meloni, guida il fronte delle riforme in Europa e assicura la coesione europea e contemporaneamente l'unione dell'Occidente" così il Ministro delle Imprese Adolfo Urso, entrando in Senato per le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio Europeo. (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altri giornali

Il saluto al Papa, la difesa di Mattarella e la citazione di Pericle Avanti sul protocollo con l'Albania". (Avvenire)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 18 mar - L'Aula del Senato ha approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza sulle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo in programma giovedi' 20 e venerdi' 21 marzo. (Il Sole 24 ORE)

Un intervento fiume di oltre 40 minuti. Sì, perché i grandi temi sono quelli della difesa europea, con il piano "ReArm Europe" proposto dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen che sta monopolizzando il dibattito pubblico italiano, il destino dell'Ucraina con un accordo di pace che non penalizzi Kiev e, non ultimo i rapporti tra Usa e Ue. (Today.it)

Al contrario è necessario puntare sulla competitività che significa «disporre dei mezzi e delle risorse necessarie non solo a non dipendere da altri, ma anche a poter difendere i nostri valori e la nostra visione a livello internazionale». (Milano Finanza)

Il generale di Corpo d'Armata Marco Bertolini ha recentemente lanciato un forte attacco nei confronti dell'Unione Europea e del piano di riarmo proposto dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. (Il Giornale d'Italia)

“Il piano arriva a 800 milioni di euro con due voci: la prima da 150 miliardi con prestiti” su base volontaria, mentre la seconda “è la stima di quanto potrebbe cubare un ulteriore indebitamento nazionale se ciascuno Stato membro decidesse di ricorrere a deficit aggiuntivo per massimo l'1,5 per cento al di fuori del vincolo del Patto di stabilità e crescita: in sostanza non si tratta di spendere 800 miliardi di risorse presenti nei bilanci degli Stati membri” ma di “ricorrere a deficit aggiuntivo rispetto a quanto normalmente previsto rispetto al Patto di stabilità. (Il Dubbio)