“Io, violentata dal clan del Trullo”. Il racconto di una testimone di giustizia fa tremare la Roma criminale
Articolo Precedente
Articolo Successivo
“Mi ha chiamato senza un motivo particolare e con una pistola alla tempia mi ha costretto ad avere un rapporto sessuale”. Nessun rispetto. Nessun codice d’onore. Solo prepotenza e violenza. Anche contro le donne. Il racconto di Tiziana (il nome è di fantasia per motivi di sicurezza) manda in frantumi tutti i falsi miti sulla criminalità romana. Grazie alle rivelazioni della donna, divenuta una co… (Repubblica Roma)
La notizia riportata su altri giornali
I poliziotti della Squadra mobile della questura di Roma e i carabinieri del Nucleo investigativo, nell'ambito di un'attività di indagine coordinata dalla Procura distrettuale antimafia della Capitale hanno eseguito nei giorni scorsi il fermo di uno dei presunti esecutori materiali dell’omicidio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ma il protagonista è lui: Simone Di Matteo, classe 1981, accusato insieme a due complici - Manuel Severa e Marco Casamatta, coetanei, già arrestati lo scorso luglio - dell’omicidio di Cristiano Molè freddato lo scorso 15 gennaio al Corviale da una raffica di proiettili. (ilmessaggero.it)
Solo prepotenza e violenza.... "Mi ha chiamato senza un motivo particolare e con una pistola alla tempia mi ha costretto ad avere un rapporto sessuale". (Virgilio)
A luglio erano finiti in carcere altri due complici L'omicidio si consumò a gennaio scorso alla periferia di Roma. (il Giornale)
Una banda che agiva con metodi mafiosi e che il 15 gennaio scorso in largo Odoardo Tabacchi ha ucciso Cristiano Molè ed esattamente quattro mesi più tardi ha gambizzato in casa il suo amico Massimiliano Pacchiarotti, detto «er polpetta». (Corriere Roma)
Sono le rivelazioni choc della pentita che ha permesso agli inquirenti di accertare... Leggi tutta la notizia (Virgilio)