Urina, botte e torture contro i detenuti: viaggio nell’orrore del carcere di Trapani

ROMA. Antonio è affetto da problemi psichici e di comportamento e in carcere avrebbe dovuto essere seguito con particolare attenzione e cura. Un detenuto fragile. Per gli agenti picchiatori di Trapani, scrivono i giudici, una «vita di scarto a cui negare ogni forma di umanità ed empatia». Da schernire, umiliare, prendere a botte. Da lasciare senza vestiti e senza dignità. Antonio come tanti altr… (La Stampa)

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La gestione dei detenuti? «Sarebbe il caso di creare una squadretta di sei persone che appena succede qualcosa è a disposizione». Sono soltanto alcuni dei dialoghi finiti nell’inchiesta sugli agenti penitenziari del carcere Pietro Cerulli di Trapani (MeridioNews - Edizione Sicilia)

“Alcuni agenti agivano con violenza non episodica, ma seguendo una sorta di metodo per garantire l’ordine”, ha dichiarato il procuratore di Trapani, Gabriele Paci. Nel reparto blu del carcere Cerulli di Trapani, oggi chiuso per carenze igienico-sanitarie, venivano trasferiti i detenuti in isolamento, spesso con problemi psichiatrici o psicologici, e sottoposti a violenze e torture. (Itaca Notizie)

La violenza era il metodo usato per garantire l'ordine nel carcere Pietro Cerulli di Trapani. Botte, umiliazioni, insulti, maltrattamenti fisici e psicologici, talvolta vere e proprie torture ai danni dei detenuti, in particolare di quelli più fragili. (il Giornale)

La tortura che non dà respiro

Detenuti trascinati sui corridoi bagnati, spinti nelle celle a calci, ricoperti di liquidi, bagnati con acqua e urina. E parlamentari di maggioranza, che negano l’esistenza di un problema sistemico e spingono per cancellare il reato di tortura (left)

«Il direttivo della camera penale intende esprimere la propria preoccupazione e denuncia riguardo alle gravi condizioni in cui versano gli istituti penitenziari italiani, con particolare attenzione al carcere trapanese. (Giornale di Sicilia)

L’inchiesta è durata circa due anni (2021-2023), segno che non ha riguardato un singolo episodio ma una modalità criminale, violenta, truce, e purtroppo non estemporanea, di gestione della pena carceraria nei confronti dei più vulnerabili. (il manifesto)