Sinner, la Wada verso il no al ricorso per il caso doping: ecco perché

"La revisione del caso da parte della Wada è in corso. Nessuna decisione è stata ancora presa in merito. La Wada ha ricevuto il fascicolo del caso la settimana scorsa. In merito alle scadenze relative a un eventuale appello, gli articoli 13.2.3.5 del Codice Mondiale Antidoping sono espliciti". Le parole dell’irlandese James Fitzgerald, responsabile delle relazioni esterne dell’agenzia mondiale antidoping con sede a Montreal sulla vicenda della doppia positività di Jannik Sinner al Clostebol, sono stringate, ma esplicative. (La Gazzetta dello Sport)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Jannik Sinner ha vinto con merito il secondo Slam della stagione e della sua carriera. Dopo gli Australian Open conquistati a gennaio, il tennista altoatesino ha trionfato anche a New York in occasione degli US Open, battendo in finale con un secco 3-0 il padrone di casa Fritz, numero 12 del tabellino. (JMania)

Quello che si intuisce a un primo sguardo sui casi in cui l’Agenzia mondiale Antidoping ha deciso di fare ricorso al Tribunale arbitrale dello Sport è che solitamente avviene in situazioni particolarmente gravi e quindi a fronte di decisioni che a suo parere sono particolarmente ingiuste. (La Gazzetta dello Sport)

A ipotizzare il lieto fine per Jannik non è uno qualsiasi ma un super esperto della rete di laboratori anti-doping della stessa Wada,… ROMA. (La Stampa)

Quelle ombre da lavare con tanta "amuchina"

"Non ci sono tanti atleti che riescono a offrire una spiegazione di quanto successo in tempi così brevi; Jannik l'ha fatto. Lo ha detto Casper Ruud in un'intervista alla tv pubblica norvegese Tv2. (Tiscali)

Leggendo i documenti e capendo come funziona il processo in questo genere di casi, ci si rende conto che non c’è nessuna discriminazione ". " All’inizio, prima di comprendere il caso e l’evoluzione degli eventi, ho pensato ci fosse qualcosa di strano . (Tuttosport)

Tutto secretato, per verificare la prima positività (10 marzo, Indian Wells), poi la seconda (18 marzo, ancora metabolita del clostebol nelle urine). Tutto questo è stato possibile perché il tribunale indipendente, che ha poi giudicato il caso, ha ritenuto credibili, plausibili e veritiere le spiegazioni dei fatti che hanno portato la positività dell'atleta. (il Giornale)