Ius scholae, per Meloni ora non è la priorità, ma nel 2014 era a favore

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La premier Meloni non pensa che il dibattito sulla riforma della cittadinanza sia una priorità. Ma nel 2014 era lei a proporre lo ius culturae, cioè la concessione della cittadinanza ai ragazzi stranieri dopo la scuola dell'obbligo. (Fanpage.it)

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In realtà, sono anni che se ne parla perché ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che sono nati e cresciuti in Italia o che comunque vivono qui da anni, parlano italiano, si sentono italiani a tutti gli effetti, ma non hanno i nostri stessi diritti perché il nostro ordinamento giuridico li considera «stranieri». (Corriere della Sera)

Il dato politico mi sembra di rilievo». All’interno di questa maggioranza di destra ci sono moderati con cui ci si può confrontare con ragionevolezza e mettendo da parte le ideologie. (La Stampa)

In un’intervista a Repubblica, Russo evidenzia che il Partito Democratico (PD), essendo tornato in una posizione di forza, potrebbe aprire un dialogo costruttivo su questo tema, purché abbandoni l’idea dello ius soli, che non ha possibilità di successo nell’attuale legislatura a causa dell’opposizione della maggioranza. (Tecnica della Scuola)

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E annuncia che a inizio settembre comincerà a confrontarsi e lavorare per definire una proposta di legge. Per Paolo Emilio Russo, capogruppo forzista nella commissione Affari costituzionali della Camera, "esistono leggi urgenti, poi ce ne sono altre che sono - più semplicemente - giuste. (Tiscali Notizie)

Intanto, sulle carceri e sulla cittadinanza, Lega alza un muro nella maggioranza. Si vocifera di un possibile incontro già oggi in Puglia fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini per fare un punto della situazione in vista di un autunno delicatissimo, con molti dossier sul tavolo. (L'HuffPost)

E le prese di posizione confliggenti nella maggioranza continuano. Nonostante i tentativi di sopire il dibattito per non aprire un nuovo fronte — la premier stessa sul tema riferisce di comprendere che «in una coalizione ci siano sensibilità e sfumature diverse» e tuttavia invita ad «attenersi al programma di governo» — l’ipotesi di introdurre lo ius scholae ha acceso la miccia. (Corriere della Sera)