Dimissioni irrevocabili di Sangiuliano, Giuli nuovo ministro della Cultura

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Ponte sullo Stretto

Ansa «In lacrime vi abbraccio tutti». Si accomiata così dagli altri ministri, con un messaggio toccante sulla chat di governo, il titolare della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo fa dopo aver comunicato per iscritto le proprie «dimissioni irrevocabili» alla premier Giorgia Meloni, che stavolta non può far altro che accoglierle e designare come suo successore il giornalista Alessandro Giuli, che in serata giura al Quirinale (Avvenire)

Su altri giornali

Perché lei così lo chiama, con i fedelissimi. E vede anche dei nemici ben definiti: “Dietro ci sono Matteo Renzi, Salvo Nastasi e Dario Franceschini”, sostiene la premier a chi le parla in mattinata. (Il Fatto Quotidiano)

Maria Rosaria Boccia, ospite di In Onda su La7, ha commentato le dimissioni di Gennaro Sangiuliano: "No, non sono contenta, assolutamente, lui meritava quel posto, è una persona molto competente, secondo me anche una brava persona. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La sua vera incompiuta, sempre che non decida di continuare a metterci mano anche adesso che però è tardi, tremendamente troppo tardi, è l’opera in cui aveva deciso di raccogliere «tutte le gaffe dei politici di sinistra passate sotto silenzio negli ultimi anni» di cui aveva parlato agli amici più stretti, raccontando tra l’altro di avere già un’idea della casa editrice. (Corriere Roma)

Caso Boccia-Sangiuliano. Lollobrigida & C., la paura di nuove rivelazioni tra famiglia e FdI

Da ragazzo si è iscritto a 14 anni al Fronte della Gioventù e poi ha militato in «Meridiano Zero», un movimento della destra nato nel 1991. Il nuovo titolare del ministero della Cultura è dunque Alessandro Giuli, romano, classe 1975, una moglie e due figli, giornalista e scrittore, dal novembre 2022 alla presidenza del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XX secolo. (Corriere Roma)

Che precipita all’improvviso. La mattina di Gennaro Sangiuliano inizia nel suo ufficio di ministro alla Cultura nel palazzo del Collegio romano che fu la scuola dei Gesuiti. Ma anche la rabbia. (Corriere della Sera)

ha spiegato lui stesso in una lettera inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato. (Pagella Politica)