Ucraina interrompe il transito del gas russo verso l'Europa

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ESTERI

Il 1 gennaio 2025, l'Ucraina ha ufficialmente interrotto il transito del gas russo verso l'Europa, segnando la fine di un contratto quinquennale firmato alla fine del 2019. Questa decisione, annunciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rappresenta una delle più grandi sconfitte per Mosca, che vede azzerato il transito annuale di gas attraverso l'Ucraina, un tempo superiore ai 130 miliardi di metri cubi. Zelensky ha sottolineato come questa mossa sia un colpo significativo per la Russia, che perde così i 350 milioni di euro settimanali fatturati ai paesi europei.

D'altra parte, Kiev dovrà rinunciare agli 800 milioni di dollari annui che Mosca continuava a riconoscerle per i diritti di transito, nonostante la guerra in corso. La decisione ucraina, sebbene motivata da ragioni politiche e strategiche, rischia di provocare una tempesta dei prezzi energetici in Europa, con la Slovacchia che ha già annunciato "conseguenze drastiche" e minacciato di tagliare le forniture di energia elettrica all'Ucraina.

Nel corso del 2024, la Marina ucraina ha dichiarato di aver distrutto oltre 37.000 droni russi, un dato che evidenzia l'intensità del conflitto in corso. La cessazione delle forniture di gas russo attraverso l'Ucraina, oltre a rappresentare una sconfitta per Mosca, potrebbe avere ripercussioni significative sul mercato energetico europeo, già sotto pressione per le tensioni geopolitiche.

Il presidente russo Vladimir Putin, celebrando i suoi 25 anni al potere, ha espresso orgoglio per i risultati ottenuti, nonostante la perdita del transito del gas attraverso l'Ucraina. La mossa ucraina, tuttavia, potrebbe essere vista come un autogol, considerando le ripercussioni economiche per Kiev stessa.