Spiati e spioni - La fabbrica dei dossier: manager calabrese di Heineken voleva spiare i dipendenti dell’azienda per paura della concorrenza
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Spiati e spioni Le indagini su una dirigente del gruppo olandese originaria di Catanzaro. Le richieste al super poliziotto Gallo per intercettare i dipendenti “infedeli”: «Cercava i dati per scoprire le mosse del competitor». Una ventina i calabresi vittime dell’attività di Equalize Tra i colossi che spiavano i propri dipendenti ci sarebbe anche Heineken. La società non è indagata; lo è invece la sua manager Teresa Ferro, 46 anni, originaria di Catanzaro. (LaC news24)
Su altre testate
Caso dossieraggio, spiato anche Jacobs. “Rapporti con israeliani” C’era una cintura istituzionale ad assicurare protezione alla banda di cyber-spie individuata dall’inchiesta della procura di Milano. Lo dicono gli inquirenti. (TV2000)
A cura di Giorgia Venturini La società di investigazione Equaliza Srl per ottenere le informazioni illegali dalle banche dati in possesso alle forze dell'ordine si serviva di hacker professionisti, come ha svelato l'inchiesta della Procura di Milano affidata al procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Francesco De Tommasi. (Fanpage.it)
Ai Giochi di Tokyo il bresciano vince la medaglia d’oro dei 100 metri il 1° agosto 2021 e quella della staffetta 4x100 il 6 agosto. Nella lunga lista di personaggi finiti nella rete di hackeraggio di Equalize c’è al momento un solo atleta professionista in attività, l’olimpionico Marcell Lamont Jacobs. (Corriere della Sera)
O forse no. Adesso che il polverone sollevato lentamente si adagia sui quotidiani, i contorni della spy story milanese che emergono tra informative e ordinanze si fanno un po' più chiari. (il Giornale)
Avrebbe avuto anche una talpa che girava 'informazioni ricevute che riguarderebbero un'attività del Cnaip', il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture... (Virgilio)
– Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker di punta di Equalize, legato al movimento Anonymus, arrestato nell’inchiesta della Dda di Milano, incontra a nome del gruppo di cyberspie, due israeliani dell’intelligence e, stando all’accusa della procura, avrebbe messo a loro disposizione i dati esfiltrabili dalle banche dati strategiche nazionali e si sarebbe reso disponibile alle attività d’intelligence richieste in cambio di un milione. (QUOTIDIANO NAZIONALE)