L'Italia Under 17 Vola Agli Europei Grazie A Una Squadra Multietnica E Ragionatrice
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Massimiliano Favo, dopo il gol di Destiny Elimoghale che ha spezzato la resistenza croata a due minuti dal termine, ha ammesso di aver trattenuto il respiro, ma non la paura. La sua Italia Under 17, campione in carica, si è qualificata per la fase finale degli Europei in Albania, previsti dal 15 maggio al 1° giugno, superando un girone che includeva Ucraina e Croazia. Quella vittoria per 2-1, ottenuta sul campo del 'Branko Čavlović-Čavlek' di Karlovac, non è stata una semplice conferma: è stata la dimostrazione di un approccio che Favo definisce vincente.
"Non alleniamo solo calciatori, ma menti", ha spiegato il tecnico, sottolineando come il mix di etnie e la capacità di ragionare sotto pressione abbiano fatto la differenza. Un concetto che si è materializzato nell’azione decisiva di Elimoghale, giovane promessa della Juventus, autore della rete che ha chiuso la partita dopo un rinvio forzato a causa del maltempo. Accanto a lui, altri talenti come Longoni e Comotto hanno contribuito a un successo che consolida il percorso di crescita di una generazione già protagonista a Cipro nella scorsa edizione.
La Croazia, battuta negli ultimi minuti, non è stata l’unico ostacolo. Anche l’Ucraina era stata superata con lo stesso tempismo, confermando una tendenza: questa squadra non crolla quando il gioco si fa nervoso. Favo, che ha evitato toni trionfalisti, ha invece rimarcato l’importanza di un lavoro quotidiano basato sulla varietà. "Ci sono ragazzi con storie diverse, ma sanno trovare soluzioni insieme", ha aggiunto, senza nascondere che la partita più difficile, in realtà, è stata quella contro il tempo e gli elementi, dato che la neve aveva inizialmente impedito lo svolgimento dell’incontro.
Intanto, il settore giovanile della Juventus continua a fornire pezzi importanti per le nazionali giovanili. Oltre a Elimoghale, Thomas Corigliano si è distinto con l’Under 16 nelle amichevoli contro la Germania, confermando una tendenza che lega sempre di più il futuro del calcio italiano ai vivai dei club. Quello che emerge, al di là dei singoli nomi, è un modello che punta sulla pluralità – non solo di background, ma di idee – e sulla capacità di adattarsi quando serve.