Elezioni USA: record alle urne nel primo giorno di voto anticipato a New York

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La Voce di New York ESTERI

Più di 140.000 elettori newyorkesi si sono recati ai seggi nel primo giorno di voto anticipato nella Mela – quasi il doppio (+50.000) rispetto ai numeri del “Day 1” delle elezioni presidenziali del 2020. A comunicarlo è stata la Commissione Elettorale cittadina sui social media subito dopo la chiusura dei seggi. Il distretto di Brooklyn ha visto il numero maggiore di votanti, con 40.289 persone, seguito da Manhattan con 38.237, Queens con 31.671, il Bronx con 16.462 e Staten Island con 13.486. (La Voce di New York)

Su altri giornali

Lo riferisce la Cnn. Secondo i dati dell'Università della Florida, sono i democratici che stanno usufruendo di più del voto anticipato nei 25 Stati che lo prevedono. (Ticinonews.ch)

La vice di Biden punta sulle star: da Springsteen a Beyoncè, aspettando un'ultima sorpresa di Taylor Swift. L'ex presidente, invece, non arretra nei toni né nella compagnia e i sondaggi gli danno ragione, registrando un suo lieve vantaggio negli Stati in bilico. (AGI - Agenzia Italia)

WASHINGTON – Più di 47 milioni di elettori americani hanno già votato: di persona più di 24 milioni, via posta oltre 23 milioni. (la Repubblica)

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Tra pochissimi giorni gli americani andranno alle urne per eleggere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Si tratta di un evento di portata mondiale, anche se i soli a parteciparvi direttamente saranno gli elettori statunitensi, che attira anche l’attenzione di quelle popolazioni che non hanno la fortuna di poter scegliere i propri rappresentanti. (Difesa Online)

E se i sondaggi sulle intenzioni di voto non danno risposte definitive, il Wall Street Journal fornisce dati che dipingono un quadro angoscioso sulle aspettative degli americani: secondo le rilevazioni, l'87% ritiene che in caso di sconfitta del "proprio" candidato gli Stati Uniti riporteranno "danni permanenti". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

"Le cose potranno essere diverse, non voglio pronunciare le ultime parole famose, ma sarei sorpreso se il processo fosse lungo come nel 2020", afferma Qinn Yeargin, docente della Michigan State University, ricordando che nelle elezioni del 2020 c'è stata una percentuale record di voto per posta, a causa del Covid, e gli Stati chiave non erano pronti a gestirlo. (Adnkronos)