Strage di Bologna, le motivazioni della sentenza d'appello.
A proposito di Paolo Bellini e della strage di Bologna del 2 agosto 1980, ai giudici della Corte d'assise d'appello di Bologna è rimasto un solo dubbio. Non hanno dubbi sul fatto che... Leggi tutta la notizia (Virgilio)
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Tra le persone del commando terroristico che eseguì materialmente la strage della stazione di Bologna il 2 agosto 1980 "vi era senza ombra di dubbio alcuno" Paolo Bellini, la cui presenza in stazione al momento dell'attentato "era finalizzata o a trasportare, consegnare e collocare quantomeno parte dell'esplosivo" oppure a fornire un supporto materiale all'azione "nella piena consapevolezza" che nella sala di aspetto sarebbe stato collocato l'ordigno che uccise 85 persone. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Così il presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, rispetto alle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna, che lo scorso 8 luglio ha confermato l’ergastolo a Paolo Bellini quale esecutore materiale della strage del 2 agosto 1980 e ha condannato a sei anni l’ex comandante dei carabinieri Piergiorgio Segatel per depistaggio e a quattro anni per false informazioni al pm Domenico Catracchia. (Corriere della Sera)
In 421 pagine le conclusioni dei giudici della Corte d'assise d'appello di Bologna: "È provata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la consapevole e premeditata partecipazione attiva del Bellini alla strage di Bologna" (Il Fatto Quotidiano)
Bologna – Tra le persone del commando terroristico che eseguì materialmente la strage della stazione di Bologna il 2 agosto 1980 “vi era senza ombra di dubbio alcuno” Paolo Bellini, la cui presenza in stazione al momento dell'attentato “era finalizzata o a trasportare, consegnare e collocare quantomeno parte dell'esplosivo” oppure a fornire un supporto materiale all'azione “nella piena consapevol… (La Repubblica)
Tra le persone del commando terroristico che eseguì materialmente la strage della stazione di Bologna il 2 agosto 1980 «vi era senza ombra di dubbio alcuno» Paolo Bellini, la cui presenza in stazione al momento dell'attentato «era finalizzata o a trasportare, consegnare e collocare quantomeno parte dell'esplosivo» oppure a fornire un supporto materiale all'azione «nella piena consapevolezza» che nella sala di aspetto sarebbe stato collocato l'ordigno che uccise 85 persone, tra cui tre donne sarde: Lidia Olla, Maria Fresu e la sua figlioletta Angela, di appena tre anni. (L'Unione Sarda.it)