Italian Climate Network, a Cop29 prima sconfitta per la Ue
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"Sabato scorso, alla chiusura della prima settimana della Cop29, l'Unione europea ha incassato una sonora sconfitta. Voleva legare l'obiettivo di finanza climatica, l'Ncqg (New Collective Quantified Goal) a una ripresa del negoziato sulla mitigazione (la riduzione delle emissioni, n.d.r.). Ma i paesi in via di sviluppo del G77, dietro ai quali c'è la Cina, hanno detto no. Loro vogliono parlare di soldi e basta, prevalentemente finanza pubblica a fondo perduto". (Tiscali Notizie)
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Di Grigor Ghazaryan – In un’era in cui le alleanze e le rivalità globali si spostano a velocità senza precedenti, l’occidente sembra aver perso di vista le vere minacce all’ordine internazionale, sempre che tale ordine sia veramente desiderabile o realizzabile. (Notizie Geopolitiche)
Ha preso il via a Baku, in Azerbaigian, la seconda settimana del vertice delle Nazioni Unite sul clima e continuano le proteste degli attivisti che si sono riuniti all'interno della sede della Cop 29, chiedendo ai negoziatori di trovare un accordo al più presto, visti i lenti progressi. (Il Sole 24 ORE)
"Il fallimento non è un'opzione. Un risultato positivo della COP29 è ancora a portata di mano, ma richiederà leadership e compromessi da parte dei Paesi del G20", ha detto. (ilmessaggero.it)
La bozza di accordo finale del G20 trova un compromesso tra paesi più ricchi e paesi in via di sviluppo su chi deve contribuire all'obiettivo di finanza per il clima. E' uno dei nodi che la Cop29 non sta riuscendo a sciogliere (Rinnovabili)
A una settimana dall’avvio della Cop29, si può già tracciare un bilancio? Diciamo che la rotta è intrapresa e, a meno di improbabili rovesciamenti dell’ultimo minuto, potremmo ricordare la Cop di Baku come quella che sancisce l’arretramento della diplomazia climatica, la vittoria netta delle aziende fossili e il trionfo dell’ipocrisia a livello globale. (EconomiaCircolare.com)
Non che le sensazioni iniziali fossero buone – un pessimismo confermato dall’elezione del neopresidente degli USA Donald Trump, che ha più volte annunciato di voler fare ritirare gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi in più rispetto all’era pre-industriale – ma in pochi giorni i segnali emersi che confermano l’umore nero attorno all’edizione 2024 della Conferenza annuale sui cambiamenti climatici si sono fatti talmente evidenti che neppure il più ottuso ottimismo può smentire. (EconomiaCircolare.com)