Lo spettro dei dazi sulla crisi tedesca

Giorni duri, questi, per alcuni capi di governo. Il presidente americano, Joe Biden, che aveva già dovuto abbandonare il sogno di un secondo mandato durante la scorsa estate, a gennaio sarà costretto a salutare lo studio ovale senza poterlo lasciare alla sua vice, Kamala Harris, nettamente sconfitta da Donald Trump. Dall’altro lato dell’oceano, per una curiosa quanto puntuale coincidenza,a urne ancora aperte o perlomeno ben calde, Benjamin Netanyahu e Olaf Scholz licenziano, rispettivamente, il ministro della Difesa e quello delle Finanze. (ilmessaggero.it)

Su altre fonti

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti non era scontato. Infatti, secondo alcuni sondaggi pre-elettorali (Euronews) la candidata democratica, Kamala Harris, aveva il 48,7% di probabilità di essere eletta, mentre altri autorevoli modelli previsionali, come FiveThirtyEight e The Economist, attribuivano a Trump un margine di successo del 54%. (Economia Sicilia)

"Questo significa rivedere il percorso del Green Deal per renderlo sostenibile sul piano industriale e sociale perché ogni giorno che passa si aggrava il divario: ogni giorno che si aspetta aumenta il divario competitivo ed aumenta la necessità di risorse per recuperare questo divario - aggiunge -. (La Provincia di Cremona)

Con Kamala Harris l’Europa avrebbe avuto una sensazione di scampato pericolo, ma non sarebbe cambiato molto. Anche lei aveva un'agenda orientata al protezionismo e avrebbe attuato un progressivo disingaggio dalla guerra in Ucraina perché costretta da un congresso diviso», spiega Carlo Altomonte, docente di politica economica dell’Università Bocconi di Milano. (Corriere della Sera)

L’America non vuole più debiti commerciali: ecco perché Trump punta tutto sui dazi

I rapporti con la Cina resteranno all’insegna dei dazi, ma c’è chi nel paese preferisce Trump a Harris. Anche per l’Unione europea si prospetta una nuova guerra commerciale con l’elezione di Trump. (LifeGate)

Per capire — e spiegare — le ragioni a monte dell’aggressività commerciale che ci scatenerà addosso Donald Trump a partire dal gennaio prossimo, sono tornato a Clairton, paesino simbolo della battaglia per la Pennsylvania durante le elezioni del 2008. (la Repubblica)