Sciopero scuola 31 ottobre, tra legge di bilancio, precari, idonei 2020 e diritti dei lavoratori: le voci dei protagonisti
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La Flc Cgil è scesa in piazza, giovedì 31 ottobre, per uno sciopero generale che ha coinvolto lavoratori di scuole, università e istituti di ricerca in tutta Italia. La Tecnica della Scuola era presente, durante la manifestazione di Viale Trastevere, di fronte alla sede del ministero dell’Istruzione e del Merito. Alessandro Rapezzi, segretario nazionale della FLC CGIL, ha spiegato ai microfoni della Tecnica della Scuola le ragioni di questa mobilitazione, evidenziando la necessità di interventi significativi nella legge di bilancio per supportare il settore dell’istruzione e tutelare i diritti dei lavoratori. (Tecnica della Scuola)
Ne parlano anche altre testate
Il Network VIDEOMEDIA Lemittente che da oltre 30 anni racconta il territorio del Triveneto con una forte attenzione allaspetto devozionale. (TVA VICENZA)
Sciopero e sit-in della Flc Cgil per protestare contro la precarietà lavorativa, i salari troppo bassi e i rischi legati alla regionalizzazione dell’istruzione (Corriere Delle Alpi)
“Siamo qui per dire no al taglio dei salari che vuole il governo, per chiedere politiche diverse per il welfare pubblico perché siamo convinti che senza investimenti su scuola, sanità e sul futuro delle nuove generazioni non c’è futuro per il nostro Paese”. (FLC CGIL)
– L’Università di Pisa scende in piazza contro i tagli. Gli atenei lamentano tagli al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che, secondo le tabelle del Ministero dell’università e della ricerca, si attestano a 173 milioni, il 2% in meno rispetto al 2023. (LA NAZIONE)
«Lunedì spiegherò ai miei studenti perché ho scioperato e perché non era una giornata di festa ma di lotta» dice Rosanna, collaboratrice scolastica, mentre è in presidio sotto al ministero dell’Istruzione (e merito) di viale Trastevere, a Roma. (il manifesto)
A Teramo un gruppo di iscritti si è riunito in presidio sotto la Prefettura in largo San Matteo. La segretaria generale Flc Cgil Teramo, Alessandra Palombaro, ha evidenziato le ragioni della protesta: dall’adeguamento salariale («in Italia gli stipendi sono i più bassi d’Europa e, rispetto ai lavoratori della funzione pubblica, a parità di titolo di studio, il divario è di circa 6.500 euro»), all’autonomia differenziata che crea disparità fra le regioni, alla diffusa condizione di precariato. (Il Centro)